Gli Alpini di Varese al Bosco delle Penne mozze di Cison di Valmarino

CISON DI VALMARINO – Anche la sezione varesina dell’Associazione nazionale alpini è presente nella “cattedrale del sacrificio”, il Bosco delle Penne mozze, come lo ha definito il comandante delle Truppe alpine, generale Claudio Berto.

Per il 50esimo anniversario

Infatti, nel corso della cerimonia per celebrare il 50esimo anniversario di costituzione del Bosco alla quale sono intervenuti, tra gli altri, oltre al generale Berto, il comandante logistico dell’Esercito e commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, generale Francesco Paolo Figliuolo, l’arcivescovo Ordinario militare per l’Italia, monsignor Santo Marcianò, e il presidente nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero, sono state apposte le ultime ventiquattro foglie dell’Albero del ricordo, tra le quali quella della sezione presieduta da Franco Montalto e quella della sezione canadese di Vancouver.

Ora, sull’Albero del ricordo, collocato vent’anni fa per associare al ricordo degli alpini trevigiani caduti in servizio in tempo di pace e di guerra il sacrificio di tutte le Penne nere italiane, sono presenti 76 “foglie” che rappresentano le sezioni dell’associazione presenti sul territorio nazionale e una in rappresentanza delle sezioni estere. Le quattro sezioni trevigiane, Vittorio Veneto, Treviso, Conegliano e Valdobbiadene, sono infatti state associate al bosco che si estende su una superficie di circa 16.000 metri quadrati e che ospita l’Albero del ricordo e le 2.405 stele in ferro battuto realizzate dallo scultore Simon Benetton a ricordo degli alpini trevigiani caduti.

Insieme al territorio

Il presidente della sezione di Varese, giunto nella Marca accompagnato dal consigliere nazionale, Severino Bassanese, dai consiglieri sezionali Fabrizio Pedroni e Angelo Galmarini, dal componente della commissione sportiva nazionale dell’Ana, Guglielmo Montorfano, e dai rappresentanti dei Gruppi di Busto Arsizio, Gallarate, Tradate, Bogno di Besozzo e Gemonio, ha portato il saluto a nome delle ultime 24 sezioni che hanno collocato le loro “foglie” sull’Albero inaugurato nel 2001 dalla sezione Abruzzi.

Nel suo intervento, Montalto, dopo aver ricordato che «il bisogno della memoria lo portiamo nei nostri cuori prima ancora che nel bagaglio dei nostri doveri», ha sottolineato che «in questo luogo, dove si percepisce e si respira il senso autentico del nostro modo di esprimerci “sono andati avanti”, le “foglie” delle nostre sezioni, segno tangibile del nostro ricordo e, soprattutto, della presenza dell’Ana nel cuore e nell’opera della nostra società, respirano insieme alle foglie di tutti gli alberi che ci circondano».

«E’ giunta l’ora di alzare un po’ la voce». Con la schiettezza e la determinazione tipiche degli alpini, il presidente nazionale dell’associazione, Favero, ha ribadito ancora una volta che «noi vorremmo il ritorno della leva obbligatoria perché ce lo gridano e ce lo chiedono i nostri Caduti che generosamente hanno dato la propria vita perché più bello fosse il nostro vivere. Non dovremmo avere paura – ha continuato – nel chiedere con forza questo ritorno perché è nell’interesse della Patria e dei nostri giovani». Una richiesta, secondo il presidente Favero, che trova giustificazione, nonostante Il muro di gomma che abbiamo trovato finora, anche dalla necessità di lottare e vincere contro un fenomeno molto dilagante e molto pericoloso: l’individualismo, la chiusura in se stessi e il pensare di essere autosufficienti in tutto. E’ invece – ha concluso Favero – lo stare insieme, la solidarietà che permettono a un popolo di vivere, di guardare avanti e al proprio futuro».