Gli artigiani dell’Alto Milanese: «Molte categorie colpite, subito Ristori-bis»

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LEGNANO – Una fase prevedibile, ma a cui le imprese artigiane possono sopravvivere solo con un nuovo decreto di ristori. È l’analisi di Gianfranco Sanavia, presidente di Confartigianato Alto Milanese, alla luce del Dpcm del 3 novembre. «I dati sull’epidemia – osserva – ci facevano presagire un intervento sulle attività economiche, e così è stato; non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia, il momento è delicato per tutto il Paese e ognuno deve fare la sua parte. A differenza della primavera scorsa – prosegue Sanavia – non si tratta di un lockdown generalizzato, ma parecchie categorie vengono colpite, e duramente. Anche stavolta non è mancata la confusione: decine le telefonate di chiarimento giunte nei nostri uffici, soprattutto per dirimere la questione relativa agli spostamenti tra i comuni. Speriamo che si faccia chiarezza al più presto. Siamo soddisfatti per aver contribuito a far mantenere aperta l’attività degli acconciatori, segno che sforzi e capacità di lavorare in sicurezza sono stati premiati. Molta perplessità rimane, invece, sulla decisione di chiudere i centri estetici, con il rischio, come verificatosi nei mesi scorsi, che prenda piede l’abusivismo che in questo particolare momento è oltremodo pericoloso».

Sanavia: «Grande confusione, ricevute decine di telefonate»

Gianfranco Sanavia interviene anche sulla questione ristori: «La nostra associazione sta chiedendo a gran voce al governo che sia velocemente emanato il cosiddetto decreto Ristori-bis, che possa garantire liquidità alle attività costrette alla chiusura. Confartigianato chiede di introdurre, accanto alle misure di immediato ristoro, contributi a fondo perduto, sul modello di quanto previsto dal Decreto Rilancio, erogati alle imprese danneggiate previa verifica del calo del fatturato riscontrato a una certa data, rispetto al fatturato nel medesimo periodo (almeno semestrale), riferito all’anno precedente. Naturalmente, poi, insistiamo perché si prenda in seria considerazione l’ipotesi non di sospendere, ma di stralciare una parte di imposte 2020». Da ultimo, per il presidente «è necessario irrobustire le misure a sostegno delle imprese del settore turistico e di quelle colpite dalla sospensione delle attività convegnistiche, congressuali e fieristiche, come nel caso del trasporto turistico di passeggeri su strada, le attività dei fotografi e quelle legate agli allestimenti di locali per cerimonie, convegni e congressi. Anche tutta la filiera della ristorazione va tutelata. Si pensi ad esempio alla lavorazione carni, alla trasformazione dei prodotti caseari, ai birrifici: quando si ferma un settore, le ripercussioni sono a catena, ma ogni tanto sembra che lo si dimentichi».

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