MILANO – «Gino Strada commissario della sanità lombarda. Che ne pensate?». Lo chiede Luigi Piccirillo, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, ai suoi follower sui social, subito dopo aver «depositato una mozione» in cui chiede «che sia formalmente avviato l’iter per la nomina di un Commissario nella gestione della sanità regionale». In sintesi, il commissariamento della sanità lombarda.
La candidatura di Strada
E proprio come in Calabria, la regione al centro dello scandalo sui commissari mandati dal governo a gestire la sanità (dopo la rimozione di Cotticelli, in seguito ad un’imbarazzante intervista, si sta trattando l’uscita di scena anche del neo-nominato Zuccatelli per le altrettanto imbarazzanti dichiarazioni sulle mascherine), spunta il nome del fondatore di Emergency, il “chirurgo di guerra” Gino Strada, lombardo di Sesto San Giovanni, come possibile opzione per il ruolo di commissario.
Il fallimento sul Covid
«Ho deciso che non è più il momento di attendere e che i molti errori commessi non potessero essere più fatti passare sotto silenzio. Credo sia il cittadino lombardo a chiederlo e non tanto la politica o l’ostinazione di un consigliere» sentenzia il consigliere regionale grillino Piccirillo, eletto in provincia di Milano, motivando la mozione. «L’attuale amministrazione ha fallito e come lei tutti i vertici che si sono alternati in decenni di gestione sbagliata del sistema di ospedali, ambulatori e medicina territoriale».
L’appello a Conte
Insieme alla mozione è partita anche una lettera al presidente del Consiglio. «Ho scritto al premier Conte per effettuare la medesima richiesta – rivela Luigi Piccirillo (nella foto) – naturalmente era un atto dovuto informare il massimo esponente del nostro esecutivo, precisando che in questa regione molto deve cambiare. Saranno poi gli organi competenti eventualmente a nominare chi dovrà gestire l’attuale bisogno di rinnovamento; stimo il Presidente Conte e sono certo che saprà prendere la decisione migliore oltre che veicolare valutazioni competenti e rigorose su quelle figure che incarneranno il necessario cambiamento».