Il Giorno del Ricordo si celebra a Varese tra testimonianze, filmati e musica

VARESE – Non solo le parole, ma anche la forza delle immagini, con filmati originali d’epoca e un omaggio ad Ottavio Missoni, e il potere della musica. Il Giorno del Ricordo è stato celebrato così nella mattina di oggi, sabato 11 febbraio, con la cerimonia ufficiale andata in scena presso l’Aula Magna dell’Università dell’Insubria in via Ravasi. Un momento organizzato dal comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia Varese.

Trasmettere il ricordo

La commemorazione ha fatto seguito a quella organizzata ieri, venerdì 10 febbraio, proprio nel giorno in cui cade la ricorrenza, a Gallarate. Presenti in sala il prefetto Salvatore Pasquariello («Voi oggi ci aiutate a ricordare – ha detto – ma dobbiamo avere uno slancio verso il presente e il futuro») e i rappresentanti delle forze dell’ordine, oltre a sindaci e associazioni d’arma, culturali e patriottiche. «L’obiettivo – ha sottolineato il presidente di Anvgd Varese Pier Maria Morresi aprendo la giornata – è trasmettere alle nuove generazioni il ricordo di tanti italiani che hanno visto negati i propri diritti e la propria storia». Il prevosto di Varese monsignor Luigi Panighetti ha osservato che «Forse ancora oggi non c’è una piena consapevolezza di anni segnati dal dolore e dal sangue di molte famiglie».

Nel ricordo si sopravvive

Quindi il mondo della scuola: «Queste vicende devono essere raccontate ai ragazzi – ha detto il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Giuseppe Carcano – siete testimoni importanti per i giovani». A portare il saluto dell’ateneo il professore di storia contemporanea Antonio Maria Orecchia. «Una data che ricorda l’esodo di una popolazione che per intero ha pagato tutto il prezzo della sconfitta di quella guerra. Ricordare è importante perché come diceva Ugo Foscolo nel ricordo si sopravvive». Infine il sindaco Davide Galimberti. «Grazie all’associazione per questa giornata e per il ricco programma di iniziative in città e in provincia. Con queste iniziative si crea quel tessuto culturale che afferma con forza la pace».

Omaggio a Ottavio Missoni

Dopo le parole le immagini, per un viaggio nel passato attraverso il filmato “Pola addio” dell’istituto Luce. L’unica testimonianza audiovisiva originale, datata 1947, che racconta l’esodo da Pola verso l’Italia. Dal ricordo in bianco e nero a quello a colori, con un altro video, dal titolo “Incontriamo Ottavio Missoni”, nel decennale della scomparsa dello stilista. L’omaggio è proseguito con le parole della famiglia Missoni dal tavolo dei relatori: presenti la vedova Rosita, il figlio Luca e il nipote Michelangelo (nella foto sotto), intervistati da Donatella Salambat. Un ricordo della persona, del suo passato da esule ma anche dell’imprenditore nel campo della moda, a partire dalla prima vetrina alla Rinascente nel lontano 1958. «Il suo colore preferito era il viola, nonostante sia un colore legato alla scaramanzia e al lutto. Lo infilava dovunque», ha ricordato Rosita Missoni. «Era un talento naturale», le parole del figlio Luca. «Diceva sempre che i colori parlavano», ha aggiunto il nipote Michelangelo.

Al centro della mattinata anche la musica, con il “Va Pensiero” di Giuseppe Verdi sotto la direzione di Riccardo Muti al Teatro dell’Opera di Roma nel marzo del 2011, nel 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. I presenti in aula magna hanno seguito il video dell’esibizione alzandosi in piedi e cantando (nella foto sotto). A portare la sua testimonianza la scrittrice Lucia Bellaspiga, figlia di esuli, che si è rivolta ai giovani alunni in sala. Infine in chiusura “Il Canto degli Italiani” interpretato dal Coro delle mani bianche dell’Istituto comprensivo Don Rimoldi di Varese