In Ucraina tante guerre e nessuna pace

bottini ucraina

di Gian Franco Bottini

I mesi scorrono via come l’acqua e a poche centinaia di chilometri da casa nostra una guerra, che non si può certo dire che non ci riguardi, continua a spargere morti e distruzione.

Mediaticamente i fatti ucraini paiono aver perso interesse rispetto ai titoli cubitali di una volta e basta l’incedere di una partita di calcio per costringerci ad andarne a cercarne notizia molto avanti nelle pagine dei giornali. Lo stesso vale per i titoli dei Tg e soprattutto per l’opinione pubblica che pare aver perso tensione e preoccupazione sull’argomento,  trascinata nel disinteresse dall’atteggiamento dei media.

La classica situazione che farebbe pensare ad una guerra che si sta afflosciando e cronicizzando intorno a degli interessi “locali”; simile a tante guerre che esistono nel mondo.

Purtroppo però non è così. Al contrario; dietro il tangibile disinteressamento della gente e dei governanti del mondo, egoisticamente più impegnati sullo scacchiere delle loro partite economiche e politiche, la guerra ucraina si è notevolmente evoluta, alzando l’asticella della sua pericolosità rispetto al maggiore dei rischi che essa rappresenta: il coinvolgimento mondiale

Fermo restando il significato della condanna di Putin da parte del tribunale dell’Aia (di valore storico ma con nessuna valenza pratica!), pare oramai assodato che nessuno dei contendenti potrà “perdere” questa guerra e conseguentemente che nessuno la potrà “vincere”. La tanto blaterata “pace”, invocata da tanti anche se con la dovuta convinzione forse solo da alcuni, potrà realisticamente concretizzarsi unicamente nel raggiungimento di un delicato e traballante stato di non belligeranza, ottenuto con  “compromessi” che solo nei decenni a seguire potrebbero trovare vere soluzioni, grazie allo srotolarsi della storia “mondiale”, ai suoi equilibri e al ricambio (generazionale o forzato!) di molti protagonisti.

Parecchi mesi fa, nel pieno dello scoppio di questa guerra, dedicammo una nostra modesta riflessione sul fatto che ci sembrava oltremodo inopportuno che i molti Premier occidentali, la nostra compresa, mettessero sul tavolo delle discussioni con Zelensky il tema della ricostruzione dell’Ucraina (sempre di economia si tratta!) quando la fine della belligeranza (essenziale per una ricostruzione!) era così lontana da non poterne nemmeno accennare.

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Gian Franco Bottini

In particolare, invece, ci sembrava assolutamente opportuno iniziare a parlare di quegli inevitabili “compromessi” di cui sopra, datosi che Zelensky pare essere come uno di quei polipi bisognoso di tempo e di “trattamenti” per essere ammorbiditi.

Allora si aveva il vantaggio di dover ancora consegnare gli aiuti militari; oggi l’impressione è che sia Zelensky a tenere l’Occidente per… le parti delicate. Con tutto quel che ne consegue! Impensabile che i grandi politici non siano passati per le suddette semplicissime riflessioni; da qui la nostra perplessità su chi veramente voglia uno sviluppo pacifico di questa guerra.

Nel frattempo la guerra è cambiata e bastano due esempi per apprezzare questa valutazione: le bombe che cadono nei pressi del Kremlino e la recente distruzione di una diga strategica in Crimea.

Nel primo caso, l’Ucraina si dichiara innocente. Sta all’Occidente a crederci, perché in caso contrario rischiamo tutti di essere coinvolti in una guerra tragicamente “diversa”. Nel secondo caso, oltre all’Ucraina si dichiara estranea anche la Russia; e ci sarebbe da credere ad entrambi, ma soprattutto ai russi perché in caso contrario, vista la natura del disastro provocato, ci troveremmo di fronte all’atto disperato di un esercito disposto a “tutto” perché incapace di difendersi sul campo. E in questo caso il “tutto” avrebbe orizzonti assai tragici!

Se le due parti in causa si dichiarano estranee a questi episodi, che rappresentano un evidente cambio di passo, viene automatico pensare che sul campo agisca una “terza parte”, clandestina e mimetizzata, con obbiettivi tutti da definire.

Tralasciamo i soliti “servizi segreti”, che comunque avrebbero una paternità, e ricordiamo che il sistema politico russo è basato su un certo numero dei cosi detti “oligarchi”; personaggi ai quali Putin ha concesso di arricchirsi in Patria e di investire “fuori”. Penalizzati dalla guerra e certamente così poco patriottici da condividerne l’andamento attuale. Fra questi oligarchi anche il “proprietario” di quello strano esercito “in affitto” (Wagner) del quale si è servito Putin e che ora, dopo aver detto peste e corna dell’establishment sovietico, ha ritirato le sue migliaia di mercenari facendoli sparire nel nulla. Sicuramente il “signor Wagner” avrà avuta la comprensione dei suoi amici “oligarchi” che, seppur colpiti dalla guerra nei loro interessi, sono solo forse gli unici ad avere le disponibilità economiche per sopperire alla sua “perdita di fatturato”, magari creando quella fantasiosa “terza parte” che abbiamo ipotizzato. Le finalità dell’operazione le lasciamo alla vostra fantasia e alle preoccupazioni di Putin, oltre che alle nostre!

Sappiamo di esserci lasciati prendere dalla fantasia, ma ricordiamo anche che spesso questa non tradisce; molto del mondo odierno fu incredibilmente previsto nei romanzi di fantascienza di una cinquantina di anni fa (Collana Urania).

Fra tanto fantasticare una certezza comunque si consolida: una guerra da noi accettata in difesa dei principi della democrazia, se finisce “fuori controllo”, rischia di cambiare pericolosamente ed irreversibilmente la sua fisionomia!

ucraina russia guerra – Malpensa24