Indagini su Garavaglia, chiesta l’archiviazione: «Non c’è abuso d’ufficio»

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MILANO – Viene definita come «un’operazione maldestra» quella che nel 2014 portò la sede dell’ex Asl di Milano ad essere venduta per 25 milioni di euro e riacquistata a 38. Una strana compravendita che vede il sottosegretario del ministero dell’Economia Massimo Garavaglia, ai tempi assessore al Bilancio di Regione Lombardia, tra gli attori principali della vicenda. Ma nell’inchiesta che lo vede indagato insieme all’ex vicegovernatore Mantovani, la Procura di Milano chiede ora al gip di archiviare. Il conflitto d’interessi ci sarebbe stato, ma l’abuso d’ufficio no.

Conflitto d’interessi evanescente

Da chiarirsi è il ruolo dell’ex assessore regionale che, facendo parte del cda di Cassa Depositi e Prestiti, ha fatto perdere 18,5 milioni alla Regione spingendo per la vendita di Palazzo Beretta di Ats a Cdp, nel dicembre 2014, per 25 milioni di euro. Cifra che, se «in linea con la stima dell’Agenzia delle Entrate, pur risalente a quasi due anni prima», viene ampiamente superata dai 38 milioni che Cds incassa soltanto otto mesi dopo, vendendo il palazzo alla società Beni Stabili spa. Oltretutto, nel contempo l’edificio viene affittato proprio all’Ats (in cerca, intanto, di una nuova sede), al costo non di certo economico di 5,5 milioni di canone di locazione. Garavaglia si trova dunque ad essere stato nel cda dell’acquirente, e contemporaneamente promotore della vendita, come assessore.
Un conflitto di interessi che la Procura ammette, trovando però che sia «evanescente», con elementi tutti da provare, l’accusa di reato di abuso d’ufficio. Per questo richiede al gip l’archiviazione per Garavaglia. Si trattò dunque soltanto di «un’operazione maldestra» portata a termine nel tentativo di «dismettere un immobile di gravosa manutenzione e introitare una cifra da investire nelle finalità istituzionali dell’ente». La sinergia nei rapporti tra Garavaglia, Locatelli (ex direttore generale Ats) er Bonomelli (manager di Ilspa – Infrastrutture Lombarde) è da giustificarsi nella comune militanza dei tre nella formazione politica della Lega Nord.

Presenti anomalie

Delle anomalie nella vicenda ci sono e la Procura le evidenzia. Oltre al prezzo sottostimato della vendita di Palazzo Beretta, è da considerare il fatto che l’immobile non fu posto sul mercato ma di fatto l’offerta di Cdp fu l’unica fatta ad Ats. La stessa vendita fu portata a termine prima di aver trovato una nuova sede per Ats, portando così al riaffitto degli uffici: la cessione sarebbe potuta avvenire «più prudentemente dopo la riallocazione degli uffici Ats». Le scelte relative alla vendita sono però «opinabili» non essendoci elementi acquisiti dalle intercettazioni che confermino l’abuso di ufficio. Non si può dunque escludere che il fine dei vari protagonisti della vicenda, «pur maldestramente eseguito», fosse quello di «perseguire gli interessi dell’azienda sanitaria».

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