L’allarme dei sindaci: «A repentaglio i servizi dell’ospedale di Angera»

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ANGERA – Sono ripresi i lavori del tavolo di confronto sul tema Ospedale di Angera tra i rappresentanti delle amministrazioni locali del territorio (Angera, Cadrezzate con Osmate, Comabbio, Ispra, Mercallo, Ranco, Sesto Calende, Taino, Ternate, Travedona Monate, Varano Borghi, Vergiate) e le dirigenze di Asst Sette Laghi e Ats Insubria. Troppi i punti ancora aperti e non risolti, nonostante le ripetute promesse di potenziamento del Carlo Ondoli, recenti interventi in riduzione e decisioni in stallo rischiano di mettere a repentaglio i servizi del nosocomio angerese. Così scrivono alla Regione e alle dirigenze di Ats Insubria e Asst Sette Laghi, per chiedere una risoluzione di diverse criticità in essere.

Troppe criticità irrisolte

I Sindaci del piano di zona di Sesto Calende nella lettera spedita alle istituzioni infatti rilevano come purtroppo la fase del passaggio di funzioni dell’ospedale di Angera nell’ambito della ASST Sette Laghi ancora non si  è completata. Questo sta creando diverse disfunzioni: dalle agende di prenotazione visite al presidio che non sono ancora attive per diverse discipline, a discipline non ancora riattivate; fino alla nomina mancante di diversi responsabili di servizio in loco (medicina, chirurgia, pronto soccorso, radiologia, gastroenterologia). Su molte discipline si è ancora supportati da dirigenti esterni al presidio.

No a ulteriori ridimensionamenti

La veloce soluzione a queste mancanze è stata segnalata dai sindaci come importante, poiché lo stato di prolungata indeterminatezza induce il personale medico a cercare opportunità diverse. Perdite di risorse sono già avvenute e il fenomeno non è in via di conclusione. I sindaci riformulano di nuovo le stesse richieste fatte negli incontri precedenti: l’attivazione in tempi brevi di tutti gli ambulatori esistenti e la nomina dei responsabili di struttura già previsti in pianta organica. Auspicano che non vi siano ulteriori ridimensionamenti e che non vengano definiti altri trasferimenti di servizi e personale.

Le proposte dei sindaci al piano aziendale

I sindaci ribadiscono la proposta già elaborata in accordo con le precedenti dirigenze ATS e ASST, sulla base di studi epidemiologici condotti congiuntamente e delle esigenze territoriali emerse:

•  Pronto soccorso attivo con tutti i reparti e servizi previsti per il suo buon funzionamento. Quindi superamento delle emergenze, risoluzione delle criticità e nomina del responsabile;

•  un reparto medico e uno chirurgico, con dirigenze di struttura complessa per ognuna delle due aree;

•  recupero delle professionalità, delle discipline e attività mediche specialistiche;

•  definizione dell’assetto del reparto polichirurgico e delle attività chirurgiche, ortopedico-traumatologiche, ginecologiche e urologica di bassa intensità;

•  attivazione dei 12 letti di riabilitazione generale geriatrica, già accreditati dalla Regione;

•  attivazione di letti di post-acuti e indirizzo riabilitativo, per soddisfare le richieste territoriali e quelle dei reparti del presidio.

Inoltre, la prematura e continua chiusura di piani sta portando a una ridistribuzione del personale infermieristico: il timore è che se si dovessero programmare nuove aperture non sarà più possibile effettuarle con la motivazione della carenza del personale. Una visione concorde tra i sindaci e le dirigenze è stata quella che vuol vedere il presidio angerese, così come gli altri piccoli ospedali del territorio, come una risorsa e non un peso. Una risorsa per le attività che non trovano risposta in tempi rapidi nel congestionato ospedale di Varese.
I sindaci continuano a essere presenti al tavolo, vigilando e monitorando i servizi e le progettualità affinché venga garantito il potenziamento promesso e la valorizzazione auspicata senza che venga attuato alcun ulteriore depotenziamento.

La lettera dei sindaci

Di seguito la lettera in formato integrale:

Al Presidente della Regione Lombardia.

All’Assessore della Sanità di Regione Lombardia.

Al Presidente di Commissione Sanità di Regione Lombardia.

Al Direttore dell’ATS Insubria.

Al Direttore dell’ASST Sette Laghi.

In data 12 giugno 2019, sono ripresi i lavori del tavolo tecnico tra i Sindaci dell’Ambito di Sesto Calende e le Dirigenze di ATS INSUBRIA e ASST SETTE LAGHI, avallato dal Protocollo sottoscritto presso Regione Lombardia nel dicembre scorso sulla tematica ospedale Ondoli di Angera.

Nell’incontro si sono nuovamente affrontate le criticità dell’ospedale di Angera per il quale, si stanno valutando strategie operative atte a contenere le gravi difficoltà operative e di sistema.

I sindaci del piano di zona rilevano come purtroppo la fase del passaggio di funzioni dell’ospedale di Angera nell’ambito della ASST Sette Laghi ancora non si è completata. Questo fatto sta creando diverse disfunzioni.

In particolare:

·        le agende di prenotazione visite presso il presidio non sono ancora attive per diverse discipline (endocrinologia/diabetologia, neurologia, pediatria allergologica e gastroenterologica, ecodoppler);

·        alcune discipline non trovano più risposta nel presidio da alcuni mesi e non sono ancora state riattivate (dermatologia, nefrologia, oncologia, urologia, agopuntura);

·        non sono stati nominati diversi responsabili di servizio in loco (medicina, chirurgia, pronto soccorso, radiologia, gastroenterologia). Su molte discipline si è ancora supportati da dirigenti esterni al presidio. La celere soluzione a questa vacatio è stata segnalata dai sindaci come importante, poiché lo stato di prolungata indeterminatezza induce il personale medico a cercare opportunità diverse. Perdite di risorse sono già avvenute e purtroppo il fenomeno non è in via di conclusione.

Le azioni sin qui intraprese della dirigenza volte a razionalizzare hanno determinato ulteriori ridimensionamenti:

·        è stata resa definitiva la riduzione a 30 letti (dai 45 originari) della medicina. Riduzione che ci era stata prospettata come temporanea per carenza medici. Un intero piano è stato chiuso. In questo piano chiuso si sarebbero dovute attivare prestazioni di DH ma ad oggi è solo un reparto chiuso. La dirigenza ASST parla di recupero in efficienza ma in realtà non sono più attive diverse discipline gestite dal reparto (oncologia, ecodoppler, endocrinologia oltre alle attività DH che avrebbero dovuto compensare le chiusure letti);

·        Il servizio di oncologia non è stato riattivato e i locali sono stati occupati definitivamente dal reparto medico;

·        il piano del reparto di ginecologia è divenuto definitivamente un DH/ambulatorio e i letti di ricovero (week surgery) sono stati ridotti a soli 2, e trasferiti in chirurgia;

·        il piano del servizio di laboratorio che forniva 400.000 prestazioni all’anno, verrà ora ridimensionato nelle funzioni e nel personale perché le analisi verranno accentrate a Varese. Sebbene siamo consapevoli della necessità di uniformare il servizio a quello aziendale, spiace per la storia e per le professionalità che si troveranno ora a svolgere una minima attività, solo sulle urgenze. Vi sarà una ulteriore liberazione di ampi spazi. Confidiamo che le figure laureate (ora mediche e biologhe), rimarranno nella disponibilità del presidio e non vengano soppresse o attribuite altrove.

·        la carenza di radiologi determina da ora e per diversi mesi (proprio in estate, in una zona turistica) una situazione di difficoltà nella diagnostica urgente. Per fortuna, grazie alla richiesta politica di intervento da parte delle dirigenze, è stata risolta almeno quella per le emergenze;

·        la richiesta riapertura di attività chirurgica e ambulatoriale di urologia non trova seguito;

·        la richiesta diffusa nella cittadinanza di pediatra nelle 24 ore, anche solo in reperibilità, non trova seguito. Nell’incontro la dirigenza ha proposto la possibilità di un teleconsulto nelle ore di mancanza del pediatra;

·        la richiesta fatta dai medici di base di un ambulatorio di broncopneumologia non è stata ancora programmata.

I sindaci riformulano ancora una volta le medesime richieste fatte negli incontri precedenti. Ovvero, l’attivazione in tempi brevi di tutti gli ambulatori esistenti e la nomina dei responsabili di struttura già previsti in pianta organica.

Auspicano che non vi siano ulteriori ridimensionamenti e che non vengano definiti trasferimenti di servizi e personale.

Per quel che riguarda le previsioni del piano aziendale, i sindaci ribadiscono la proposta già elaborata in accordo con le precedenti dirigenze ATS e ASST, sulla base di studi epidemiologici condotti congiuntamente e delle esigenze territoriali emerse:

·        pronto soccorso attivo con tutti i reparti e servizi previsti per il suo buon funzionamento. Quindi superamento delle emergenze, risoluzione delle criticità e nomina del responsabile;

·        un reparto medico e uno chirurgico, con dirigenze di struttura complessa per ognuna delle due aree;

·        recupero delle professionalità, delle discipline e attività mediche specialistiche;

·        definizione dell’assetto del reparto polichirurgico e delle attività chirurgiche, ortopedico-traumatologiche, ginecologiche e urologica di bassa intensità;

·        attivazione dei 12 letti di riabilitazione generale geriatrica, già accreditati dalla Regione;

·        attivazione di letti di post-acuti e indirizzo riabilitativo, per soddisfare le richieste territoriali e quelle dei reparti del presidio.

Va detto che la prematura e continua chiusura di piani sta portando ad una ridistribuzione del personale infermieristico ed il timore è che qualora si dovessero programmare nuove aperture non sarà più possibile effettuarle con la motivazione della carenza del personale.

Una visione concorde è stata quella che vede il presidio angerese, così come gli altri piccoli ospedali del territorio, come una risorsa e non un peso. Una risorsa per le attività che non trovano risposta in tempi rapidi nel congestionato ospedale di Varese.

I sindaci continuano a essere presenti vigilando e monitorando i servizi e le progettualità affinché venga garantito il potenziamento promesso e la valorizzazione auspicata senza che venga attuato alcun ulteriore depotenziamento.

L’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito di Sesto Calende

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