Lega Gallarate: «Cassani resta dov’è perché estraneo alle schifose corruttele»

lega gallarate andrea cassani

GALLARATE – Si alza il livello dello scontro politico a Gallarate in attesa di mercoledì 29 maggio, giorno della resa dei conti in consiglio comunale dopo il terremoto giudiziario che ha portato in carcere il leader di fatto di Forza Italia, Nino Caianiello, e l’ormai ex assessore all’Urbanistica Alessandro Petrone. Proprio i berlusconiani, giovedì sera, si sono ritrovati ancora una volta in sede con il commissario provinciale Giacomo Caliendo per decidere in che modo dare un segnale in discontinuità, se sacrificando almeno uno dei due attuali assessori rimasti nell’esecutivo Cassani (Isabella Peroni e Moreno Carù) o se addirittura ritirare i propri uomini garantendo un appoggio esterno alla giunta. Il Partito democratico, prima forza d’opposizione, dopo la biciclettata per la legalità ora si è spostata su Facebook con una massiccia campagna di comunicazione per chiedere le dimissioni del sindaco Andrea Cassani. In attesa di capire le mosse dei propri alleati forzisti, davanti a questi attacchi i leghisti fanno quadrato attorno al loro primo cittadino, come ribadito nella nota stampa diramata dalla sezione che riportiamo qui sotto integralmente:

In concomitanza al festival del cinema di Cannes, a Gallarate  va in scena il festival del cinema dello squallore a cui sicuramente saranno candidati alla statuetta finale i mediocri video di questi giorni  prodotti dal Pd locale.
Le allusioni sul fatto che comandasse Caianiello, sbandierate dal Pd dalle colonne di un giornale che annoverava (o annovera ancora?) un giornalista che scriveva articoli sotto dettatura di Caianiello per mettere in difficoltà Cassani, sono una farsa priva di fondamento, soprattutto per chi (come gli esponenti del PD) ha sicuramente letto l’ordinanza.
Gli stessi magistrati, che hanno  a disposizione anni di intercettazioni, non solo non hanno indagato il nostro sindaco, che definiscono “estraneo al sodalizio criminoso”, ma addirittura evidenziano  che la sua condotta fosse il principale ostacolo proprio ai piani degli indagati.
Non serve star qui a elencare gli epiteti con cui veniva definito Cassani dalle persone ora finite in carcere, ma l’elenco delle strategie poste in essere (anche con l’aiuto della stampa) per superare le resistenze o per provare a pilotare mediaticamente e politicamente la maggioranza sono ormai cosa nota.
Il nostro sindaco, primo tra tutti i politici di centrodestra (e non solo), è uscito condannando e prendendo le distanze da ciò che, leggendo l’ordinanza cautelare appare proprio un sistema che coinvolge privati cittadini, imprenditori, amministratori di società pubbliche (nominati già dal Pd quando governava Guenzani), dipendenti pubblici e politici.
Un sistema schifoso di corruttele che la Dda è riuscita a ricostruire solo dopo anni di intercettazioni e pedinamenti. Come si può pretendere che il sindaco potesse autonomamente svolgere questo tipo di indagine che coinvolgeva un’infinità di soggetti della nostra provincia?
Noi e il nostro sindaco abbiamo la schiena diritta e non abbiamo nulla di cui vergognarci, spiace (ma è politicamente comprensibile) vedere i continui attacchi di uno sparuto gruppo di sinistri espulsi a suoni di voti per Cassani dai banchi della maggioranza

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