Legnano, show grillino in consiglio regionale contro il sindaco Fratus

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LEGNANO – La protesta delle opposizioni contro il sindaco di Legnano raggiunge il Pirellone. “Sindaco Fratus dimettiti #Legnanoalvoto” è la scritta che campeggiava sui cartelli che i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle hanno mostrato oggi, martedì 11 giugno, in Aula durante la seduta settimanale del Consiglio, prima che i commessi li strappassero dalle loro mani. A scatenare i grillini, il dietrofront del primo cittadino legnanese, agli arresti domiciliari dal 16 maggio, che ha ritirato le dimissioni subito dopo che il TAR ha respinto la richiesta di sospensiva urgente presentata contro di lui dal comitato Legalità a Legnano, di cui fa parte anche l’ex consigliere comunale grillino Andrea Grattarola.

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Mammì (M5S): «Dal sindaco comportamento inaccettabile»

A dare il via alla “piazzata” in Regione è stato il consigliere Gregorio Mammì. Ne è scaturito un battibecco tra i banchi dei 5 Stelle e quelli della Lega, con i primi che gridavano «vergogna, vergogna» e i secondi a replicare «Raggi, Raggi», con evidente riferimento ai guai giudiziari del primo cittadino di Roma. «La Lega – spiega Mammì – deve fare dimettere una volta per tutte Fratus, l’ex sindaco di Legnano ai domiciliari nel maggio scorso per un’inchiesta per turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione elettorale. Fratus si è dimesso e poi ha ritirato le dimissioni. È inaccettabile ed è una vergogna, l’interesse dei cittadini e la legalità vengono prima degli interessi di partito. Le accuse a Fratus – insiste il consigliere M5S – sono gravissime, non è tollerabile che l’ex sindaco si auto-assolva e faccia finta che non sia successo nulla ritirando le dimissioni. Ci auguriamo che la Lega Nord e che Attilio Fontana faccia da tramite con Matteo Salvini perché dimettano Fratus».

Ma la Lega non sente ragioni e insiste su Fratus

L’intenzione del Carroccio, in realtà, appare quella opposta, cioè fare quadrato intorno al sindaco finito agli arresti e sotto inchiesta della Procura di Busto Arsizio insieme al suo vice, Maurizio Cozzi, e all’assessore Chiara Lazzarini, entrambi di Forza Italia. Nei giorni scorsi, Gianbattista Fratus ha incassato la fiducia e il sostegno del segretario nazionale della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, e di tutti gli altri sindaci, oltre ai consiglieri regionali e ai parlamentari, della circoscrizione del Ticino. Alcuni osservatori hanno avanzato il sospetto che la decisione di rimangiarsi le dimissioni sia stata presa da Fratus, indicato dai più come persona pacata e disposta ad ammettere i propri errori, su pressione della Lega, piuttosto che per convinzione personale. Ma c’è anche chi osserva come le dimissioni avrebbero potuto giocare a suo favore nella partita aperta con la magistratura, mentre la decisione di ritirarle è giunta in brevissimo tempo dopo l’atteso pronunciamento del TAR. Il sindaco rimane così in carica, seppure sospeso nelle sue funzioni, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta Piazza Pulita.

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