Cadavere in 336: ancora senza nome l’uomo ritrovato in una piazzola a Lonate

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LONATE POZZOLO – Resta senza nome il giovane nordafricano trovato senza vita nella mattinata di sabato 7 maggio a Lonate Pozzolo, al confine con Vanzaghello, lungo la superstrada per Malpensa 336. Nessun riscontro da impronte e tatuaggi. Si ipotizza di allargare le ricerche anche alle banche dati dei Paesi che rientrano in area Schengen.

Cadavere senza nome

Dare un’identità a quel corpo senza vita è il primo fondamentale passo per portare gli investigatori della Squadra Mobile di Varese, coordinati dal pubblico ministero di Busto Arsizio Susanna Molteni, sulle tracce di chi lo ha ucciso.

Colpito alla testa

La vittima è stata certamente colpita al volto (come testimonia il labbro spaccato) e al cranio (più volte) probabilmente con un corpo contundente di sicuro non nel luogo dove il corpo è stato trovato. Il giovane non è nemmeno morto in quella piazzola invasa dai rifiuti lungo lo svincolo Vanzaghello della 336. Anche se, stando ai primi accertamenti, quando il corpo è stato scaricato il decesso non era avvenuto da molto. L’uomo potrebbe persino essere morto sul mezzo che lo stava trasportando.

Impronte e tatuaggi

L’identità resta comunque un mistero. Il volto coperto dalla barba, il corpo con diversi tatuaggi e tagli. Tagli risalenti al passato che potrebbero essere riconducibili all’autolesionismo mirato, però, magari ad evitare una struttura detentiva in favore di una presa in carico di un servizio come quello di un Cps. Nemmeno i tatuaggi, che in altri casi hanno consentito di risalire all’identità di vittime di aggressioni, per ora hanno dato risposte. Così come nulla è emerso dalle impronte digitali della vittima che sono sconosciute alle banche dati italiane. In Italia, a quanto pare, il giovane non è mai stato arrestato; non è nemmeno chiaro come ci sia arrivato. Tanto che gli inquirenti stanno ipotizzando di estendere le ricerche ai Paesi dell’area Schengen.

Non solo spaccio

Sul contesto nel quale l’omicidio è maturato si indaga a 360 gradi. La pista di un regolamento di conti nell’ambito dello spaccio nei boschi, realtà presente anche nell’area dove il corpo è stato trovato, resta primaria. Ma in realtà sino a quando l’identità della vittima e il luogo dove l’assassinio è avvenuto non saranno noti ogni ipotesi resta aperta.

lonate cadavere 336 – MALPENSA24