“Parcheggiopoli” a Lonate: in Tribunale a Busto l’affare Tornavento

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LONATE POZZOLO – Davanti ai giudici del Tribunale di Busto Arsizio l’ultima tranche dell’inchiesta che nel 2017 portò alla debacle dell’amministrazione di centrodestra a Lonate Pozzolo, con l’arresto dell’allora sindaco Danilo Rivolta.

Inchiesta Rivolta

Con l’ex primo cittadino ormai fuori da ogni vicenda giudiziaria, (Rivolta ha patteggiato chiudendo la questione), a processo restano gli ultimi due imputati: Aldo Sangalli, imprenditore lonatese accusato di turbativa d’asta, e l’allora segretario comunale Maurizio Vietri, che risponde di abuso d’ufficio. L’inchiesta del 2017 svelò un sistema corruttivo che, stando agli inquirenti, comprendeva anche diversi imprenditori.

Imprenditori e professionisti

Tra questi Sangalli. Nel mirino degli inquirenti era finito un terreno da 6mila metri quadrati sul quale l’imprenditore avrebbe voluto costruire un capannone-officina. Per l’imprenditore non sarebbero bastate nemmeno le aderenze con l’allora primo cittadino di Lonate: i suoi progetti, infatti, erano tutti affidati allo studio di Rivolta, gestito dal fratello del sindaco.

Una gara tre società

Nonostante questo l’ufficio tecnico bocciò la pratica perché questa avrebbe comportato la realizzazione di un altro parcheggio a ridosso dello splendido borgo di Tornavento. Oggi in aula è stato sentito il colonnello Paolo Tiadina, che all’epoca condusse l’inchiesta, che ha ricostruito la vicenda a suon di intercettazioni. Nelle quali Sangalli chiedeva a Rivolta un affidamento diretto, mentre l’altro preferì una gara. Con l’imprenditore che avrebbe messo in campo non una ma tre società a lui riconducibili pur di aggiudicarsi l’affare.

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