L’ospedale di Legnano riassegna gli incarichi, sindacati sulle barricate

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LEGNANO – Si preannuncia assai turbolento l’incontro in programma domani, lunedì 17 febbraio, tra sindacati e ASST Ovest Milanese. Sul tavolo, l’assegnazione di nuovi incarichi per più di 200 dipendenti. A far inalberare i rappresentanti dei lavoratori sono metodi e soluzioni adottati dall’azienda, in particolare nel settore dell’assistenza sociale, in capo alle ASL prima che la riforma introdotta nel 2016 la trasferisse agli ospedali. Questi ultimi, come rilevano sindacati quali la CGIL Funzione pubblica Ticino Olona, danno però sempre la precedenza all’assistenza sanitaria, cercando di risparmiare il più possibile sul fronte sociale. Così può capitare che un operatore sociale che va in pensione non venga sostituito, o che in un centro diurno per disabili vengano destinati un educatore, ma anche un infermiere, che non è certo al posto giusto, e perfino una ostetrica: e qui non si capisce proprio quale possa essere la sua utilità.

Il paradosso: una ostetrica nel centro per disabili

«L’attenzione della direzione e degli uffici del personale – lamenta Vera Addamo, segretaria FP CGIL del territorio, alla “Prealpina” in edicola oggi, domenica – è tutta concentrata sui servizi sanitari a discapito di quelli sociali. In questi ultimi, negli anni erano maturate competenze e professionalità che si stanno perdendo». Per farlo, l’ASST ci rimette pure: l’assegnazione di nuovi incarichi funzionali a 208 dei 4.100 dipendenti dell’azienda socio sanitaria costerà 900.000 euro, 200.000 in più di quanto messo a bilancio l’anno prima. Le stesse risorse dovranno essere recuperate nello stesso capitolo di spese destinate al personale.

Addamo: «ASST naviga a vista, senza una strategia»

Si può quindi ben capire in quale clima si svolgerà l’incontro programmato lunedì. «I dipendenti non si sentono valorizzati – accusa Addamo al quotidiano – e subiscono un atteggiamento che spesso interpretano come punitivo. L’ASST OM, ad esempio, non prevede orari flessibili per chi ha bambini piccoli o anziani a carico». Il problema alla base, e la CGIL non mancherà di farlo notare ai vertici dell’azienda, è che «manca un piano strategico e in questi ultimi anni l’ASST ha navigato a vista».

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