MALPENSA – Nata come nuova eccellenza dei cieli italiani – così recitavano i mirabolanti annunci alla vigilia del lancio ufficiale – Ego Airways non è riuscita a portare avanti il suo progetto. E dopo più di un anno al posto dell’Embraer nel cielo italiano è rimasta solamente la scia della parola fine. Nei giorni scorsi è stata annunciata ai 40 dipendenti la messa in liquidazione, estrema conseguenza dopo la revoca da parte di Enac delle certificazioni di volo già sospese dallo scorso aprile.
L’acquirente fantasma
La fine di Ego Airways (che ha effettuato le operazioni di volo per 2 mesi e mezzo) ha determinato anche la fine delle speranze dei dipendenti, dell’entusiasmo con cui si erano lanciati con impegno e dedizione nel progetto di una nuova compagnia aerea italiana di cui si ricordano soltanto i primi voli test su Malpensa e tanti sogni di gloria svaniti in poco tempo. Tanti piloti avevano anche investito denaro per conseguire l’abilitazione per l’Embrear. I dipendenti hanno atteso invano per oltre un anno che le trattative di vendita andassero a buon fine, come più volte comunicato dall’azienda. Ma cosa rimane dopo 15 mesi di attesa?
Ego in liquidazione
«La compagnia è stata posta in liquidazione il 13 dicembre 2022 con, pare, 7 milioni di euro di debiti e con circa 40 dipendenti che si trovano in cassa integrazione straordinaria (che viene erogata, per alcuni di essi, a singhiozzo a causa di problemi procedurali) e che non percepiscono l’indennità del Fondo di Solidarietà del Trasporto Aereo a causa di intoppi (non è stato ancora deliberato da dicembre 2021)», spiega l’avvocato di Varese a cui si sono rivolti alcuni di loro.«I 40 dipendenti rimangono “a terra” con gravi problemi economici. Alcuni di essi, che non sono stati in grado far fronte alle spese ordinarie, hanno subito pignoramenti immobiliari, mobiliari e si ritrovano con i conti correnti bloccati».
La rabbia dei dipendenti
Afferma una dipendente: «In conseguenza di questa situazione, mi sono ritrovata nella impossibilità di pagare le rate del mutuo della casa in cui vivo insieme alla mia famiglia e ho rischiato di non avere più un tetto sopra la testa». A una sua collega, racconta il legale, hanno bloccato il conto corrente e per tutti è stato un triste Natale. «Sono stati informati della messa in liquidazione della società pochi giorni fa con una comunicazione del presidente Marco Busca. Purtroppo ora restano solamente il rammarico e le strade di giustizia che dovranno essere intraprese».