Ferrovia Malpensa-Gallarate, torna alla carica Legambiente: nuovo ricorso al Tar

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MALPENSA – La battaglia di Legambiente contro il progetto ferroviario per unire il Terminal 2 di Malpensa con Gallarate non si placa. E anzi gli ambientalisti tornano alla carica con un nuovo ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale. Dopo un primo tentativo, respinto perché considerato «improcedibile», e con il passo indietro di Parco del Ticino, che ha raggiunto un accordo con Regione Lombardia sulle compensazioni ambientali, erano rimasti in corsa solo Casorate Sempione e Cardano al Campo, pronti a bloccare la posa dei binari in brughiera. Finora. L’associazione di Gallarate del Cigno Verde torna in gara con una serie di «contrarietà procedurali». Infatti il processo di rilascio del Paur (Procedura autorizzatoria unica regionale) viene etichettato come «difettoso». Da qui, il nuovo ricorso al Tar.

I motivi principali

Gli ambientalisti mettono l’accento su alcuni dei principali elementi che li hanno portati ad opporsi alla procedura di rilascio del Paur e quindi al progetto. A partire dal fatto che «la perdita di paesaggio non è sufficientemente considerata», compresa la «strada del Sempione, con l’abbattimento degli alberi laterali per circa un chilometro, e lo spostamento dello stesso». A questo punto, si aggiunge «il mancato dibattito pubblico e l’assenza di considerazione delle osservazioni espresse dal pubblico nell’esposizione delle criticità». Non solo, fra le mancanze messe in evidenza da Legambiente, anche quella dell’alternativa zero – o opzione zero – che è uno dei contenuti trattati all’interno dello studio di impatto ambientale. E ancora, a rincarare la dose il «nutrito numero di prescrizioni, a riprova della non compatibilità ambientale del progetto». Oltre al fatto che il piano «non è compensato, per assenza in loco di aree utili per le opere ambientali, come la piantumazione di nuovi alberi».

Il potenziamento della Gallarate-Milano

L’associazione coglie poi l’occasione per sottolineare che «questo progetto ferroviario è inutile e basta». Un modo per ribadire che bisogna «evitare di dire che sarà utile dopo il potenziamento della ferrovia che va da Gallarate a Milano». Anche se, ammette Legambiente, «bisogna riconoscere che se la bretella ferroviaria dovesse essere realizzata prima del potenziamento della ferrovia che da Gallarate porta a Milano, si verificheranno gravi danni ai pendolari». Infatti, «per lasciare spazio alle corse per Malpensa, vengono ridotte quelle per Varese».

Le contrarietà generali

Fra le contrarietà generali degli ambientalisti vengono ricordate quelle «nello studio ambientale presentato da Trenord, in cui non è citato il Decreto D’Alema, con una prescrizione mai realizzata a tutela dei Comuni a ridosso di Malpensa (quindi, la realizzazione di una fascia forestale protettiva attorno all’aeroporto, sia per la produzione di ossigeno, sia per l’assorbimento al suolo dell’inquinamento atmosferico e acustico generato dai sorvoli)». Ma anche l’ipotesi di tutelare il «corridoio ecologico della valle del Ticino, utile, anzi persino indispensabile, per il cambiamento climatico in corso».

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