Trasformare l’area di Malpensa in una Hydrogen Valley. La proposta di Sea in Regione

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MALPENSA – Un’idea proiettata in un futuro nemmeno troppo lontano. L’uso entro il 2035 di aerei a idrogeno costringe gli aeroporti ad adeguarsi e dunque adattare gli spazi con adeguate infrastrutture a terra. Per questo motivo Sea, società di gestione degli aeroporti milanesi, ieri 20 settembre in Regione Lombardia durante l’incontro con i sindaci ha lanciato la proposta di trasformare l’area di Malpensa nella prima Hydrogen Valley italiana.

Hydrogen Valley

Per Sea spa erano presenti il chief executive officer Armando Brunini e il chief operating officer Alessandro Fidato. «Tutta l’area potrebbe quindi candidarsi a diventare una hydrogen valley e potremmo essere tra i primi aeroporti hydrogen ready», hanno detto. «Su questo partiremo presto con un progetto pilota». I vertici di Sea hanno anche lanciato l’idea di una Sea Academy, dove effettuare ricerca e formazione da portare sul territorio, «per fare incontrare domanda e offerta di lavoro».

L’utilizzo di idrogeno

Ma cosa significa trasformare l’area di Malpensa in una Hydrogen Valley? Per capirci qualcosa in più potrebbe essere interessante prendere in considerazione il progetto che Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) sta sviluppando alle porte di Roma. Nel Lazio si vuole sviluppare una filiera nazionale per la produzione, il trasporto, l’accumulo e l’utilizzo di idrogeno, puntando su ricerca, tecnologie, infrastrutture e servizi innovativi. In pratica si tratta di un incubatore tecnologico per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, in collaborazione con università, istituti di ricerca, associazioni e imprese, con l’obiettivo di favorire la transizione energetica e la decarbonizzazione. Al centro del progetto c’è la creazione di un insieme di infrastrutture hi-tech per la ricerca e la sperimentazione lungo tutta la filiera dell’idrogeno: dalla produzione alla distribuzione, dall’accumulo all’utilizzo come materia prima per la produzione di combustibili puliti e come vettore energetico, per ridurre le emissioni di CO2 nell’industria, nella mobilità, nella generazione di energia e nel residenziale.

Energia più pulita

Per le sue caratteristiche, l’idrogeno verde potrebbe ricoprire un ruolo di primo piano per il raggiungimento della neutralità climatica al 2050. Si tratta infatti di un gas leggero e ad alto contenuto di energia per unità di massa che può essere prodotto su scala industriale ed è più facile da immagazzinare a lungo termine rispetto all’elettricità. Ma soprattutto, può essere utilizzato per produrre energia pulita: la sua combustione, infatti, non è associata alla produzione di anidride carbonica e può essere condotta per via elettrochimica in celle a combustibile, con efficienze complessive superiori alla combustione termica e senza l’emissione di ossidi di azoto.

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