Malpensa, ex sindacalista assolto. La Cgil: “Processata la vittima”

MALPENSA – Dopo l’assoluzione dell’ex sindacalista Cisl attivo a Malpensa accusato di molestie sessuali nei confronti di una hostess pronunciata mercoledì 26 gennaio in tribunale a Busto Arsizio sul caso interviene il segretario generale della Cgil Varese Stefania Filetti (nella foto). Che esprime solidarietà alla giovane e parla di “processo alla vittima”. Va sottolineato, per dovere di cronaca, che nelle motivazioni della sentenza “in diritto” contestuali al dispositivo di assoluzione i giudici hanno sottolineato di aver “creduto alla parte civile” senza che però a dibattimento si arrivasse a provare, pur con evidenze di “comportamenti inappropriati” da parte dell’imputato nei confronti delle donne, quanto contestato all’ex sindacalista.

L’intervento di Filetti

Ci siamo di nuovo. Anche questa volta il processo è alla vittima. L’abbigliamento, il trucco, i luoghi frequentati, gli orari ecc sono spesso attenuanti, quando non veri salvacondotti, per l’accusato, per chi stupra per chi fa della molestia un proprio normale modo di agire. 

Non avrei mai immaginato che reagire dopo venti secondi voglia dire essere consenzienti, voglia dire che le molestie non ci sarebbero state. Questo è davvero inaccettabile. Una reazione, per esempio uno schiaffo dato per difendersi entro 19 secondi determinerebbe una molestia, mentre dopo 20 secondi no? 

Ma come si fa a misurare in secondi la quantità di paura, la dimensione del disorientamento che una donna prova a fronte di una molestia?

Oppure hanno misurato in 20 secondi la velocità di azione del surrene per produrre l’ormone della fuga?

Pazzesco, assurdo. Eppure è tutto vero.

Sono tanti i racconti di donne che subiscono molestie nei luoghi di lavoro e che poi decidono di non denunciare per paura di perdere il posto o per pudore nei confronti dei propri cari.

Le tante azioni in campo non bastano.


Chiedo scusa a Barbara per non averle espresso la mia solidarietà, c’è  stata però fin da subito.  Vicinanza e sostegno come donna e come sindacalista della CGIL. Lo faccio ora, pubblicamente perché ci sono cose che sono più importanti di altre.