Marco Merlo, l’eccellenza dell’umiltà

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Marco Merlo


Caro direttore,

vorrei dare un piccolo contributo di stima e affetto al dottor Marco Merlo, che ha lasciato dopo molti anni l’ospedale di Busto Arsizio. Ho avuto l’occasione di frequentarne a lungo la qualità professionale, ricevendo conferma delle sue conosciute doti. Ma anche l’occasione di scoprirne e apprezzarne il tratto umano, la speciale sensibilità, lo spirito di servizio, l’adoperarsi umile. Umile vuol dire eccellente. Il massimo dell’eccellenza.

Ecco, in tempi in cui la sanità è sotto costante processo; nell’epoca della delegittimazione generalizzata; nel passaggio storico che non sempre distingue tra professionisti di alto livello e lavoranti routinari; in questo frangente di confusione populistica, credo che una personalità di straordinario spessore come quella del dottor Marco Merlo meriti un applauso non convenzionale. Stiamo parlando di un esempio, un modello, un paradigma. Non ha bisogno, il dottore, di piaggerie laudatorie. Abbiamo invece tutti bisogno di medici d’una tal fatta per continuare a credere nella perizia ippocratica, per affidarci con fiducia a mani  che sanno fare il loro mestiere, per sfatare il pregiudizio secondo il quale chi si occupa della salute altrui lo fa con impiegatizia sufficienza.

Qui siamo in presenza dell’esatto contrario. E vale ricordarlo non allo scopo di medagliare un camice bianco sul quale si sono già appuntati numerosi riconoscimenti. Ma con l’intento di testimoniare una gratitudine certo non singola, e invece largamente condivisa da schiere di pazienti. Che con Marco Merlo non sono mai stati numeri, ma sempre persone. Una cosa molto semplice, molto vera, molto rara.

Massimo Lodi

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