Morti sul lavoro: 264 vittime da inizio anno, 42 in Lombardia “maglia nera”

MILANO – Morti sul lavoro, primo quadrimestre 2023: un bilancio ancora nefasto per il paese. Sono 264 le vittime rilevate tra gennaio e aprile 2023. E la media è impressionante: 66 decessi al mese e più di 15 alla settimana. Sono 207 gli infortuni mortali in occasione di lavoro, 57 quelli in itinere. 3 vittime in più del 2022. 

La “fotografia”

I dati sono stati elaborati dall’Osservatorio Vega engineering di Mestre ed è allarmante il numero per l’incidenza di mortalità dei giovanissimi con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni. Il 50% in più rispetto ai colleghi nella fascia tra i 25 e i 34 anni. e fino ai 14 anni si rilevano ancora 20.859 denunce di infortuni (oltre il 10% del totale). Continuano a diminuire le denunce di infortunio complessive: -26,4% rispetto ad aprile 2022. Un dato confortante, ma va spiegato: nei primi mesi del 2022 gli “infortuni per covid” erano ancora molto numerosi. dunque, è la conclusione dell’emergenza sanitaria la vera causa di questa diminuzione. L’attività manifatturiera rimane il settore più colpito dagli infortuni. Sul podio dell’insicurezza in zona rossa ci sono: Umbria, Valle D’aosta, Abruzzo e Marche. La Lombardia, che è inserita nella zona arancione, è la regione in cui si sono registrate più vittime, mentre la provincia di Varese è 38° nella triste graduatoria con 4 decessi.

Troppi giovani morti

«Il lavoro continua inesorabilmente a mietere vittime nel nostro Paese. E il bilancio, dopo un terzo dell’anno, appare davvero nefasto. Una proiezione sconfortante che colpisce, soprattutto, quando si tratta di giovanissimi lavoratori. E, infatti, l’incidenza di mortalità di chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni è il 50% in più dei colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (7,9 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 5,1). Se poi dal confronto con l’anno scorso possiamo considerare positivamente la diminuzione del 26,4% degli infortuni denunciati, dobbiamo però ricordare come nel 2022, e in particolare nei primi mesi dell’anno, fossero ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid che oggi, invece, hanno poco peso nelle statistiche», spiega Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre.

L’incidenza di mortalità minima viene rilevata invece tra i 35 e i 44 anni (pari a 4,6 infortuni per milione di occupati), mentre la più elevata nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (29,1), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (16,6).

Ancora preoccupante la situazione per gli stranieri: quelli deceduti in occasione di lavoro sono 36 su 207. E il rischio di morte sul lavoro si dimostra essere ancora superiore rispetto agli italiani. Gli stranieri, infatti, registrano 15,2 morti ogni milione di occupati, contro 8,3 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

I dati assoluti

Sono 264 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 207 in occasione di lavoro e 57 in itinere. Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (42). Seguono: Veneto (23), Piemonte (18), Emilia-Romagna (17), Lazio (16), Campania (14), Sicilia (12), Toscana (11), Puglia (10), Marche e Abruzzo (8), Umbria (7), Liguria (6), Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige (4), Calabria (2) e Valle d’Aosta (1).

Nel primo quadrimestre del 2023 è sempre il settore Trasporti e Magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 37. Ed è seguito dalle Attività Manifatturiere (23), dalle Costruzioni (18) e dal Commercio (17).

Venerdì giorno nero

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (80 su un totale di 207). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio ad aprile 2023 sono 14, mentre in 7 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 36, mentre sono 11 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il venerdì è il giorno “nero” della settimana, ovvero quello in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali nel primo quadrimestre dell’anno (19,8%).

Gli infortuni

Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 26,4% rispetto a fine aprile 2022. Erano, infatti, 254.493 ad aprile 2022. Nel 2023 sono scese a 187.324. E il decremento risulta essere maggiormente significativo nel settore della Sanità – lo scorso anno le denunce erano 40.042, mentre a fine aprile 2023 sono diventate 9.119 – a conferma della quasi totale scomparsa degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche. Un vero e proprio stravolgimento di dati rispetto al 2022: alla fine dello scorso anno, circa il 17% degli infortuni denunciati erano correlati al virus.

Nella graduatoria del nuovo anno per settore, il maggior numero di denunce arriva dalle Attività Manifatturiere (21.529). Seguono: Costruzioni (9.195), Sanità (9.119), Trasporto e Magazzinaggio (9.018) e Commercio (8.742). Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nel primo quadrimestre dell’anno sono state 68.072, quelle dei colleghi uomini 119.252. Ultimo, ma non meno importante il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi. Fino a 14 anni si rilevano 20.859 denunce (oltre il 11% del totale).