Fenomeno Nainggolan, grave perdita per la Roma, che innesto per l’Inter

Nainggolan-Roma-Inter

Emotivamente, prima che tecnicamente, quella di Nainggolan è stata la più importante perdita per la Roma di Eusebio Di Francesco e di conseguenza il più grande acquisto per l’Inter di Spalletti. Giocatore formidabile. Cuore d’acciaio con polpacci eternamente carichi di elio. Non corre, lui vola per il campo e diffonde sudore in ogni angolo del prato. Una meraviglia di centrocampista. Per certi aspetti tra i migliori in assoluto.

“Mi hanno venduto loro”

Le sue ultime dichiarazioni pubbliche mi hanno fatto anche sorridere. Traspare ancora grande affetto verso i colori giallorossi: la Roma è la casa che lo ha fatto diventare grande, la casa dove andrà a vivere quando il calcio spegnerà le sue luci. La stessa casa che a un certo punto ha deciso che ormai era diventato di troppo. Che non serviva più. Un errore. Le leggende metropolitane a Roma si sono sprecate come ai tempi dei Gladiatori. La gente della Roma continua ad amare uno dei suoi figli prediletti, faticando ancora oggi a capire il motivo di un divorzio che Nainggolan non avrebbe mai voluto. “Sono rimasto deluso da come sono stato trattato. Mi hanno venduto”. L’unica offerta sul tavolo era quella di Spalletti e dell’Inter. Altra stranezza: forse le dicerie di un comportamento non propriamente da atleta hanno raggiunto tutto il mondo “pallonaro” disinnescando possibili altre proposte. Con un’altra testa Radja il Ninja sarebbe da anni in Premier a fare sfide di tackle con i migliori centrocampisti al mondo.

Fortissimo in campo, deludente fuori

Il problema di Radja, il magnifico, è che quando si toglie le scarpette laminate d’amianto per indossare la tenuta di ogni giorno, le pecche vengono a galla. Come ai tempi romani. Non credo a chi mi dice che conta solo quel che un atleta fa in campo: per me un professionista da milioni di euro all’anno, sempre sotto i riflettori, opinione personale, deve tenere un comportamento, inappuntabile pure fuori non solo per una questione di etichetta, ma soprattutto per allungare la propria carriera di atleta. Perchè poi l’elio si consuma e i la “batteria” di polmoni comincia ad annaspare. Il problema di buona parte dei calciatori è proprio quello di raccontare banalità o sciocchezze ai microfoni e davanti alle telecamere, quando l’habitat diventa loro alieno. “Il problema della Roma è che Pallotta non è mai presente”. Il prono cronista avrebbe dovuto chiedergli se allora all’Inter la situazione non fosse simile visto che Mr Zhang, come ragionano gli imprenditori stranieri dei grandi gruppi industriali mondiali, comanda, pure lui, a distanza di migliaia di chilometri, senza fare quasi mai tappa a Milano. Ed è giusto che sia così. Se poi basta il figlio 27enne del Patron, senza potere di firma, allora avrebbe dovuto consigliare prima a Pallotta di spedire da Boston l’erede, evitando di parlare adesso a vuoto.

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