Nuoto legnanese all’asciutto, le società fanno squadra: «Chiediamo al Comune dialogo e chiarezza»

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LEGNANO – «Facciamo sport per passione. Vogliamo continuare a essere utenti della piscina di legnano e non fare cause legali, anche se avremmo potuto rivalerci sul rischio di crolli della piscina coperta. Chiediamo solo di essere coinvolti dalle istituzioni per fare progetti congiunti e poter programmare così il futuro. Invece il Comune, dopo l’interesse e gli interventi iniziali, ci ha tagliati fuori». Le società sportive natatorie di Legnano (cui se ne aggiungono due subacquee) fanno squadra contro la mancanza di risposte sulla riapertura della piscina di via Gorizia. E non lasciano molte speranze agli utenti: l’imminente stagione estiva è a rischio, mentre sulla prossima invernale è buio pesto. Parola di Massimiliano Accardo, presidente dell’ASD Nuotatori del Carroccio, e di Antonio Penati, numero 1 della Rari Nantes Legnano (nella foto), antagonisti nello sport ma uniti nel reclamare attenzione. «Siamo un po’ come Milan e Inter – scherzano – che sono rivali ma usano entrambe San Siro». Poi si fanno seri: «Ci serviamo dell’impianto di Legnano per il quale non veniamo più coinvolti nemmeno nei processi informativi. Per noi è fondamentale conoscere la situazione, soprattutto da settembre in poi: dobbiamo rendere conto a tante persone, atleti, utenti, famiglie, collaboratori e volontari».

Accardo e Penati: «A quando i lavori della piscina coperta?»

E sì che le cose erano cominciate bene con la gestione commissariale del Comune e la nuova amministrazione di Amga, che gestisce gli impianti. Dopo l’improvvisa chiusura della piscina coperta (due vasche da 5 e 8 corsie) a metà novembre, per improrogabili lavori di manutenzione e messa in sicurezza, questi erano stati fatti subito e le vasche avevano riaperto a gennaio. Il crollo di una porzione della vetrata che le separa dall’esterno aveva innescato verifiche sulla struttura. Impietoso l’esito: l’edificio costruito nel 1969 cade letteralmente a pezzi e va ampiamente ristrutturato. Rimane agibile la parte che risale agli anni Novanta, separata dall’altra da una parete in cartongesso: è possibile accedervi in tutta sicurezza, rispettando anche i protocolli anti Covid. Peccato che sia chiusa anch’essa. «Chiediamo di sapere – dicono Accardo e Penati – quando potremo tornare a praticare l’attività agonistica. Abbiamo 500 atleti di ogni età, dai bambini di 6 anni ai master di 70, alcuni sono nell’area della Nazionale e ci sono tanti giovani emergenti. Avevamo anche avviato una collaborazione con il liceo scientifico sportivo che è a pochi passi. Ora è tutto fermo e non ci è dato sapere per quanto lo sarà ancora».

«Speriamo di non dover ripartire da zero»

«Il commissario Cirelli – aggiunge Accardo – aveva promesso di coinvolgere le società sportive. Ci è sempre stato chiesto di collaborare e saremmo felici di continuare a farlo, visto che la piscina coperta versava già in condizioni precarie, con impianti come le pompe che lavoravano male o guasti. L’unica cosa che sappiamo risale a due settimane fa, quando ci è stato detto che il fantomatico progetto di ristrutturazione era in fase di ultimazione». L’importante è che i lavori partano al più presto. E magari non durino 7 anni come quelli per la seconda vasca. «Allora – ricorda Penati – avevamo 60-70 atleti: ne rimasero due. Non c’erano più giovani, siamo ripartiti da zero. Vorremmo evitare di fare la stessa fine».

A rischio anche la stagione estiva

Ancor più paradossale lo stop alla piscina esterna, che comprende tre vasche. Qui non c’è nessun lavoro da fare, mentre applicare i protocolli anti Covid è più facile: niente scale esterne e tribune usate come spogliatoi da sanificare, e spazi più grandi sia in vasca che fuori per il distanziamento. Amga Sport, che gestisce l’intero complesso, punta a riaprire tutto il 15 giugno. «Ma ci risulta che i manutentori siano in cassa integrazione fino a tutto luglio e non è stata ancora avviata alcuna operazione per ripristinare le vasche. Ormai – concludono i due presidenti – questa stagione è finita, puntiamo a settembre. Ci facciano sapere al massimo entro il 30 giugno se per allora riaprirà Legnano, o Parabiago che è anch’essa gestita da Amga Sport e chiusa, o ancora se dobbiamo appoggiarci ad altri impianti già aperti per sopravvivere in attesa dei lavori, magari con un sostegno dal Comune con quelli vicini, come tariffe convenzionate. Lo sport è un elemento importante per tornare alla normalità nel dopo emergenza, non ci piace la polemica, ma vorremmo un minimo di riscontro».

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