BUSTO ARSIZIO – «Alfieri e Astuti? Bibì e Bibò continuano a fare danni alla nostra sanità. Spero per loro che sia vero quello che dicono sull’ospedale unico, altrimenti dovrebbero dimettersi». Il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli non ci sta e non le manda a dire agli esponenti del Pd varesino, il consigliere regionale Samuele Astuti e il senatore Alessandro Alfieri, che hanno accusato il governo di aver tagliato i fondi destinati al nuovo ospedale di Busto e Gallarate. «Il presidente Fontana ha sempre assicurato che i soldi ci sono e di lui mi fido – sostiene Antonelli – Bibì e Bibò invece non si devono permettere di creare scompiglio solo per avere un po’ di visibilità sui giornali. Che parlino di Varese e di Malnate ma lascino stare Busto, dove è meglio che non mettano piede».
Un fiume in piena
Il sindaco di Busto è un fiume in piena, come sua abitudine quando sono i rivali Dem ad “accenderlo”. La denuncia di Alfieri e Astuti è uno di quei casi: «Dicono che mancano 240 milioni ma a me non risulta e peraltro sono subito arrivate smentite a tutti i livelli – ribatte Antonelli – si svegliano adesso solo per andare contro al nuovo ospedale, dopo che il Pd non è stato nemmeno in grado di avere una linea sull’Accordo di Programma, dato che a Busto si sono astenuti mentre a Gallarate hanno votato contro. Astuti non è nuovo, anche ai tempi del Covid tirava fuori le sue statistiche solo per criticare mentre la Regione lavorava per risolvere i problemi. Adesso però hanno stufato, perché questo atteggiamento alimenta odio e sfiducia nei cittadini, ma anche inutili preoccupazioni, agitazione e demotivazione negli operatori sanitari. Proprio quello che in questo momento non serve in un settore delicato come la sanità».
La sfida di Antonelli
E allora Antonelli sfida quelli che definisce «Bibì e Bibò» sulla questione dei fondi per il nuovo ospedale: «Se hanno mentito dovrebbero dimettersi, è grave quello che dicono – attacca il sindaco di Busto Arsizio – anche perché le conseguenze delle loro uscite poi le subisco io. Chiederò i loro indirizzi e numeri di telefono perché poi gli striscioni che mettono contro di me per l’ospedale li farò recapitare a casa loro e ai cittadini che mi chiamano preoccupati e per lamentarsi della situazione dell’ospedale dirò di telefonare a loro due».