Quel pasticciaccio brutto dell’ospedale unico che avvelena il congresso provinciale PD

VARESE – La plateale spaccatura dei dem del basso Varesotto con bustocchi e gallaratesi agli antipodi sull’ospedale unico potrebbe avvelenare il clima dei congressi in programma domani, domenica 1 ottobre, di certo però contribuirà a fiaccare ancor di più il morale e il sentiment generale dentro al partito. Anzi dentro a un partito che come un elastico diverge e si ricompatta su ogni questione dal duello Bonaccini-Schlein in giù, dove ogni volta però si perdono pezzi, ma soprattutto voti.

Prima della giornata congressuale di domani (organizzata con regole bizantine decise anni fa dal nazionale e mai cambiate – altro che progressisti, verrebbe da dire conservatori questi dem quando c’è da gestire il potere) facciamo un passo indietro sul Pastrocchio Democratico andato in scena tra Busto e Gallarate sull’ospedale unico.

Un partito schizofrenico

E tra i piddini c’è chi ha osservato, allibito, a quanto accaduto nei consigli comunali delle due grandi città e ha chiesto con disincantato sconcerto: «Ma i due circoli si sono almeno parlati? No perché – ha poi aggiunto – conoscendo come vanno le cose potrebbe anche essere che ognuno ha tirato dritto per la propria strada». E invece no. L’osservatore è certamente attento, ma in questo caso fuori strada. Sull’ospedale unico i dem di Busto e Gallarate si sono parlati, anzi sono stati convocati e per poco non succede un patatrac peggior di quello andata in scena nel doppio consiglio. Ma andiamo con ordine.

Il retroscena

Nei giorni precedenti il consiglio a Busto viene convocata una riunione del direttivo cittadino con la partecipazione dei consiglieri comunali. A presiederla è il segretario locale Paolo Pedotti, che siede anche in consiglio. L’esito della riunione è: “Si va in sala esagonale e si vota a favore”. Insomma il Pd bustocco esce dalla pastoie polemiche e prende posizione. Non quello di Gallarate che invece porta avanti una linea barricadera sul no. Insomma la spaccatura è plastica e servita. Anzi no.

A poche ore dalle assisi civiche il consigliere regionale Samuele Astuti, che voti alla mano ha le redini del partito sul territorio, convoca i dem di Busto e Gallarate con l’obiettivo di far riflettere i bustocchi. Tra questi c’è chi dice: “Troppo tardi, noi abbiamo deciso” e chi invece, guardando al congresso imminente propende per partecipare ed esporre le ragione del voto a favore sull’ospedale.

Alla fine c’è chi partecipa all’incontro. Le posizioni non cambiano. Quel che muta è il voto che da favorevole a Palazzo Gilardoni diventerà di astensione. Con un dettaglio: l’assenza (pesante) di Paolo Pedotti in consiglio, ovvero del segretario che avrebbe dovuto “tradire” la decisione presa al partito in viale Repubblica.

E così la spaccatura tra i barricaderi gallaratesi e i bustocchi, oltre che essere ora evidente e anche profondissima. E chissà se inciderà su un congresso che viene vissuto come un “fastidioso” dovere al quale non si può rinunciare in una bella domenica d’inizio ottobre, piuttosto che come un momento di partecipazione e di confronto sul presente e (ammesso che ci sarà) sul futuro del partito.

Occhio ai dem in Provincia

Tanto più che ora la questione si sposta in Provincia. Anche Villa Recalcati è chiamata a esprimersi sulla questione ospedale unico. E nella squadra Magrini ci sono Valentina Verga (bustocca) e Carmelo Lauricella (gallaratese). Il presidente ha già fatto sapere alla truppa che le beghe dem non sono roba che gli appartiene e che sull’argomento tirerà dritto. Insomma ha blindato sotto il profilo politico la sua maggioranza policromatica. Il voto quindi potrà solo allargare il delta del disaccordo tra Busto e Gallarate.

“Congresso caminetto”

Ma per il momento i dem vanno al “congresso caminetto”. Domani, ogni circolo si ritroverà davanti al proprio focolare, i militanti di sezione scopriranno, più o meno in quel momento in maniera ufficiale i candidati segretari cittadini e li voteranno a urne aperte. Cioè potranno esprimere il voto prima ancora di ascoltare i loro programmi e forse senza nemmeno leggere i documenti programmatici. Dopo di che, tanto per giustificare la chiamata domenicale in sezione voteranno l’unica candidata alla segreteria regionale (Roggiani) e sceglieranno per il provinciale tra Alice Bernardoni e Giacomo Fisco, i quali hanno girato per le sezioni organizzando micro dibattiti senza nemmeno pubblicizzare troppo gli incontri. Perché alla fine è solo una questione per tesserati. Appunto, forse il vero problema.

ospedale pd congresso – MALPENSA24