L’ospedale unico crea dubbi e preoccupazioni, i quartieri vogliono risposte

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BUSTO ARSIZIO – «Non siamo contro l’ospedale unico, anche se la vita di due quartieri per forza di cose cambierà. Però vogliamo risposte a una serie di dubbi. Per questo a settembre chiederemo all’amministrazione di partecipare a un incontro pubblico». E’ questa la richiesta di Mario Cislaghi, portavoce del quartiere San Giuseppe, che insieme a Beata Giuliana vorrebbe un dibattito, «non per fare inutili polemiche, ma semplicemente per confrontarci e capire».

Che ne sarà del vecchio

Uno dei temi a tenere banco tra la gente dei quartieri di Beata Giuliana e San Giuseppe è il futuro dell’attuale ospedale. «Cosa accadrà a questa enorme struttura?». E’ quanto chiede Mario Cislaghi. Secondo il portavoce, infatti, quando il nuovo ospedale sarà attivo, l’attuale per forza di cose si svuoterà. «Stiamo parlando, in termini numerici di un paese. Che verrà abbandonato. Perché oltre a considerare i padiglioni e capire come verranno riutilizzati, bisogna tenere conto di quanto si muove oggi attorno all’ospedale. Mi riferisco ad esempio agli esercizi commerciali, che oggi vivono e lavorano principalmente per la presenza del nosocomio. Ma un domani?».

La viabilità

ospedale unico CislaghiUn ospedale richiede la presenza di infrastrutture stradali. E il timore della gente e che oggi si stia pensando a costruire la nuova struttura, senza considerare una serie di opere, diciamo collaterali, ma che in realtà sono strategiche. «Non vorremmo che il nuovo ospedale diventi una cattedrale nel deserto – continua Cislaghi – Ovvero che si badi solo a realizzare e far funzionare la nuova struttura e a tutto il resto ci si penserà con calma e con il passare degli anni». E’ chiaro che l’ospedale unico rivoluzionerà la vita, principalmente, del quartiere di Beata Giuliana, che, «dovrà assorbire tutto il traffico – va avanti Cisalghi – e sul tema della viabilità non sappiamo se sono state previste nuove strade, oppure se l’idea è quella di “caricare” di auto e mezzi il Sempione. Mi augurosi che anche i collegamenti con l’autostrada vengano presi in considerazione prima che parta il cantiere e non quando l’ospedale è già entrato in funzione. Insomma una strada sola non può bastare. Per questo ci piacerebbe sapere se ce ne saranno di nuove o se si sta pensando anche a questa problematica».

L’incontro

«Insomma qui c’è un pezzo importante di città che si troverà la vita rivoluzionata e ancora non sa nulla. Anche nell’ultima commissione – conclude Cislaghi – il sindaco ha detto che ora la palla è nelle mani della Regione. Io credo invece che l’amministrazione debba avere voce in capitolo e poter dire cosa ne pensa. Oltre che far sentire la propria voce sulle esigenze dei cittadini. Per questo chiederemo a settembre di poter fare un incontro con l’amministrazione, ma anche con rappresentanti della Regione e dell’ospedale stesso per avere almeno qualche risposta alle nostra tante domanda».

Tra queste Cislaghi chiede anche di avere «chiarimenti sulla cessione dei terreni fatta dal Comune. Busto ha ceduto le aree sulle quali dovrebbe sorgere il nuovo ospedale. Ma che tipo di cessione è stata fatta e quale è stato l’eventuale ritorno del Comune stesso nessuno lo sa. Insomma credo che i cittadini abbiano il diritto di sapere, visto che proprio loro saranno i primi interessati da questo cambiamento e dovranno convivere con la nuova struttura».

 

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