Ddl Zan, signori parlamentari siate seri

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di Luigi Patrini

L’attuale Parlamento è, per tanti aspetti, il più squalificato della nostra storia repubblicana. Basti dire che ci sono stati circa 200 “cambi di casacca” dei parlamentari e che si sono succeduti due governi in cui il partito più votato (M5S) si è alleato prima con la destra sovranista e poi con la sinistra “progressista”, mantenendo lo stesso premier. Su tale parlamento aleggia un fantasma che, come una mina, potrebbe esplodere da un momento all’altro: è la cosiddetta Legge Zan, proposta con insistenza dal PD. Molti parlamentari rilevano che tale legge è scritta male, in nfuso e confusivo; essa crea molti più problemi di quanti non possa risolverne: per dire No alla violenza, anche quella contro i soggetti LGBITQ+, basta infatti la legge attuale con una applicazione più attenta e rigorosa e una interpretazione più concreta dei motivi che caratterizzano le aggravanti, necessarie per infliggere pene esemplari e distogliere le persone da condotte aggressive ed umilianti.

Questo è il parere, per esempio, della sen. Paola Binetti (UDC), ma anche di parlamentari militanti nella sinistra, che finalmente cominciano ad avvertire i rischi di una legge scritta in modo ideologico e, per certi aspetti, lesiva di diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione. Di questa proposta di legge il pubblico conosce solo quello che ne hanno scritto i giornali, ma occorrerebbe leggerne davvero e con attenzione il testo, non lungo, senza limitarsi agli slogan propagandistici lanciati dai social. La lettura del testo è difficile perché 6 dei suoi 10 articoli rimandano a modifiche di altre norme e di articoli del Codice Penale, che occorrerebbe cercare su altri testi per valutarne bene le conseguenze.

L’impressione è che si voglia approvarla in fretta, senza modifiche, anche se molte perplessità vengono dallo stesso mondo LGBTQ+ e dalla sinistra “progressista”. Il pericolo più grave è che si impongano limiti alla libertà di espressione e di pensiero. Paola Concia, già deputata del PD e attiva nella comunità LGBTQ+, ammette che, così com’è, la legge è divisiva e può essere migliorata.

E’ proprio nella pervicace volontà di non volerla modificare – segno che la fa essere una sorta di feticcio da contemplare – il maggior pericolo di questa legge. Già nell’art. 1 si pongono discutibili definizioni di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere, che alimentano il sospetto che si voglia introdurre l’idea che il sesso non sia un dato “oggettivo”, ma sia un dato fluido e, addirittura, variabile. Forse può servire riportare le quattro definizioni. Eccole: per “sesso”si intende “il sesso biologico o anagrafico”; per “genere” si intende “qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso”; per “orientamento sessuale” si intende “l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi” e, infine, per “identità di genere” si intende “l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dal l’aver concluso un percorso di transizione”: siamo, come possiamo constatare noi persone comuni, a livelli altamente …“poetici”, che danno adito a riflessioni le più vaghe e le più contrastanti, che saranno lasciate, ovviamente, all’interpretazione rigorosa che ne faranno i magistrati giudicanti!

Spero ci si renda conto che occorrerebbe cambiare anche la legge elettorale, perché essa consente solo due preferenze a persone di sesso diverso: ma quanti sono i possibili generi? Pensavamo che si potesse solo essere maschio o femmina, ma il progresso corre sempre più veloce e, negli USA (anche in questo all’avanguardia), se ne contano diverse decine e tutti diversi e “meritevoli” di essere candidabili. Che fare? Potrà bastare l’autocertificazione del candidato che dichiara se è “portatore di pene o no”? Chi fosse “bisex” prenderà doppio voto? La seconda preferenza dovrà essere data ad un altro uomo o ad un’altra donna? E se, invece che il partito, nel corso della legislatura l’eletto volesse cambiare sesso? In questo caso sarebbe doveroso farlo dimettere, perché la sua elezione – con la legge elettorale vigente – sarebbe illegittima? Già, ma se la legge non precisa esattamente queste cose, l’interpretazione del singolo magistrato sarà decisiva!

La cosa più assurda, che sottolinea la debolezza giuridica della legge, è l’art.4, che recita: “… fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. E’ assurdo che una legge ordinaria sottolinei la legittimità di un principio garantito dalla Costituzione all’art. 21 (libertà di pensiero e di espressione): non occorre essere esperti di Diritto per sapere che la Costituzione è superiore ad ogni legge ordinaria, come un tempo sapevamo già noi, ancora alunni della Scuola Elementare, nel lontano Secondo Millennio. Il fatto che si ribadisca questo ovvio principio ingenera il sospetto che si voglia violarlo; è assurdo poi che si lasci ai Magistrati il compito di “predire” se certe opinioni possono o meno determinare “atti discriminatori o violenti” (ma la vicenda Palamara non ha proprio insegnato niente a chi sta in Parlamento!?). E’ la vittoria del Grande Fratello profetizzato da Orwell nel suo “1984”!

Cari membri del Parlamento, siate seri! A noi Italiani non basta più “la libertà della Resistenza”, di cui vi riempite la bocca ogni 25 aprile! Vogliamo “fare resistenza per la libertà”! Per favore: prima di far tornare indietro la Storia, riflettete bene a cosa state per fare! Provate un po’ a pensare se, per caso, i veri violenti non siete proprio voi, che volete imporre leggi ideologiche, capaci di ingarbugliare le menti dei cittadini comuni e, forse, anche dei Magistrati che devono garantire che le leggi siano rispettate! Lasciateci liberi di pensare quello che riteniamo più giusto e aiutateci con le vostre leggi a comportarci bene! Smettete di pensare solo al benessere dei mille Azzeccagarbugli di cui avete riempito questo Bel Paese! Pensate davvero ad una seria riforma della Giustizia! Chi è violento contro una persona, quale che sia il motivo per cui si comporta male, va certamente punito, ma la punizione deve essere conseguente ad un reato vero, non “ipotizzato” sulla base di una presunta violazione di una legge così contorta e avvilente per ogni persona seria!

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