«Siamo esasperati». Presidio a Malpensa: in 300 contro il passaggio easyJet-Ags

MALPENSA – Oltre 300 persone oggi, 3 febbraio, davanti ai banchi del check-in al terminal 1 di Malpensa. Ma basta una frase per ricevere consensi dai colleghi di presidio e qualche applauso sparso: «La gente è esasperata». La voce dei dipendenti di Airport Handling è soprattutto quella di «padri di famiglia che chiedono rispetto», ma anche di persone che non vogliono rischiare di «perdere la parte monetaria» che può arrivare fino al 30% in meno. Perché ora che le attività di terra di easyJet passeranno ad Ags, a preoccupare è l’ennesimo gioco al ribasso delle condizioni lavorative e salariali. Che ha fatto infuriare centinaia di manifestanti.

Dignità e soldi

L’obiettivo del presidio è noto: «Portare al tavolo la possibilità di far sottoscrivere la clausola sociale di sito», ha ricordato Luigi Liguori (Cgil). Che davanti a un’onda di persone infuriate che incalza i sindacalisti, ha commentato: «Almeno abbiamo raggiunto l’obiettivo». Ovvero: mobilitare e alzare la voce.

E la voce l’hanno alzata: «Serve una contrattazione, che a livello nazionale è ferma», si sente. «Serve per la tutela di tutti, con una clausola sociale che sia qua che in altri aeroporti deve essere applicata». E il motivo quanto più evidente: «Per la dignità di tutti». Ma non solo, a fare eco c’è anche l’altro motivo, quello che porta il cibo in tavola la sera: «Per i soldi». L’esasperazione è evidente, come dimostrano i toni che anche stamattina si sono alzati. Guarda il video:

La gente non ci sta

Con il passaggio da Airport Handling ad Ags, il rischio è quindi di vedersi ridurre lo stipendio. E «no, non può essere accettato che dall’altra parte ci siano peggiori condizioni», ribadiscono dalla folla. Tanto che qualcuno lancia anche una provocazione: «Se la mia ditta non ha più un lavoro e non ha mantenimento, sono il primo ad andarmene. Anche dopo 40 anni di lavoro. Ma non mi faccio prendere in giro, non posso spostarmi».

Il confronto

Intanto, un confronto c’è stato. Infatti, una delegazione di circa trenta persone – tra rappresentanti delle sigle e alcuni dipendenti – è stata ricevuta da Ags. «Abbiamo parlato con il caposcalo, ribadendo l’importanza della clausola sociale», ha spiegato Gaetano Cannisi (Cisl). A chiosare, Massimo Legramandi (Ugl) per ribadire lo scopo principale del presidio: «È chiaro: Ags paghi le spettanze economiche». Ora il prossimo passo è il tavolo in prefettura convocato per l’8 febbraio.

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