Quale futuro urbanistico per l’ospedale? Busto aspetta risposte dalla giunta

busto vecchio ospedale

BUSTO ARSIZIO – Rebus urbanistico, non c’è dubbio. L’incognita riguarda il futuro dell’attuale nosocomio bustocco di via Arnaldo da Brescia/piazzale Solaro, destinato in ampia parte a essere dismesso una volta realizzato il nuovo ospedale ipotizzato in condominio con Gallarate. Edifici e aree che resteranno inutilizzati e che dovranno trovare una nuova funzione. Appunto, ma quale? Tempo a disposizione per progettare il futuro ce n’è a sufficienza: passerà una decina d’anni prima che si arrivi a completare i lavori nell’area di Beata Giuliana scelta per ospitare il cosiddetto polo sanitario unico.

Evitare il “caso Legnano”

Si sa però come vanno le cose nell’ambito pubblico: discussioni, confronti, proposte, idee, e chi più ne ha più ne metta. Così le decisioni vengono procrastinate nel tempo e, spesso, rimangono sospese. Con tutte le conseguenze del caso. Un esempio? Nella vicina Legnano, dove il vecchio ospedale fa bella mostra di sé e, fino a prova contraria, rimane inutilizzato con destinazione verso l’abbandono e il degrado. L’amministrazione comunale ha il compito inderogabile di evitare un simili sbocco. L’amministrazione di Busto Arsizio come quella di Gallarate, che sta affrontando lo stesso problema per il suo ospedale, il Sant’Antonio Abate.

Soluzione complessa

Vero è che l’Asst Valle Olona ha già messo in conto il riutilizzo di alcuni ambienti ospedalieri delle due città, locali destinati ad ambulatori, servizi e uffici. Si tratta comunque di parti limitate, che non risolveranno l’intera questione. La quale si presenta complessa, tutt’altro che di facile soluzione per la vastità della porzione di territorio cittadino che occupa, con la presenza di edifici importanti, non tutti da abbattere, evidentemente. Piuttosto da recuperare per attività da definire, fors’anche a scopo residenziale. Qui sta il rebus. Qui la giunta di Emanuele Antonelli è chiamata a darsi da fare per capire, scegliere e progettare. L’obiettivo è di non far trovata impreparata la città alla rigenerazione strutturale e funzionale del suo ospedale. Necessario, forse, un concorso di idee da cui attingere per definire al più presto come e con quali opportunità intervenire. La Regione, che è proprietaria della struttura sanitaria, potrà e dovrà affiancare il Comune, aiutandolo anche finanziariamente.

Tante le questioni aperte

Operazione complicata, come si può comprendere. Anche perché nessuno ha la bacchetta magica e, in via prioritaria, bisogna pensare alle farraginose procedure per appaltare il cantiere a Beata Giuliana. Tanto più che Busto Arsizio riserva parecchie strutture sulle quali intervenire con progetti di ristrutturazione. Strutture in attesa da anni, addirittura da decenni senza che sia stata presa una decisione, senza che nessun esecutivo abbia saputo superare le croniche indeterminatezze a dare una svolta alle tante situazioni aperte. L’auspicio è che non finisca così anche nel caso dell’ospedale, in modo da dichiarare ancora una volta il fallimento operativo e politico di una giunta.

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