Quell’ultimo addio in assoluta solitudine

La chiesa di San Giuseppe a Seriate accoglie i feretri che non trovano posto da nessun’altra parte

La chiesa di San Giuseppe a Seriate, Bergamo, accoglie i feretri che non trovano posto da nessun’altra parte. E’ qui che viene dato l’estremo saluto senza parenti ed amici a chi non ce l’ha fatta. Venticinquemila abitanti, questo piccolo paese è diventato capolinea del dolore. I feretri sono allineati e le preghiere viaggiano attraverso i social. Anche con il buon Dio ormai si comunica attraverso internet.

Le bare sono cominciate ad arrivare all’apice della crisi sanitaria. Nei cimiteri e nelle camere mortuarie non c’è più posto. Le salme trovano quindi in questa bella chiesa un attimo di pace, prima del tratto finale del calvario che le porterà ai forni crematori. “Si consuma tutto in solitudine – racconta Federico Piana, giornalista di Vatican News – dalla morte, in completo isolamento, al commiato, senza nemmeno un parente presente per un Pater Noster. Ed è sfidando questa tetra solitudine che ai sacerdoti della parrocchia di Seriate è balenata in mente l’idea di ospitare loro, quelle salme”.

“Da quando abbiamo dato la nostra disponibilità sono transitate oltre settanta bare e i numeri sono sempre in aumento. Riserviamo una preghiera e una benedizione per ogni persona che non ce l’ha fatta, perché vogliamo far sapere alle famiglie delle vittime che c’è qualcuno che prega per loro, che non sono abbandonati” spiega don Marcello Crotti, uno dei vicari parrocchiali. “Molte famiglie vedono uscire in ambulanza il proprio congiunto e se non ce la fa non lo rivedono più, nel senso letterale del termine”. “Per noi è importante che la famiglia sappia che almeno qui hanno ricevuto questo gesto d’amore”. I parenti non possono entrare nemmeno nella sala parrocchiale dove sono stipati i feretri, non è consentito per contenere l’infezione.