Renato Guttuso a Varese, in 25 dipinti il suo rapporto con la Città Giardino

guttuso pellin varese mirabello

VARESE – La cultura ‘alta’ arriva nella città-giardino: si è aperta ai Musei Civici di Villa Mirabello “Renato Guttuso a Varese”, la mostra, a cura di Serena Contini, con cui il Comune celebra il maestro di Bagheria (Palermo), considerato uno dei più interessanti artisti e intellettuali del Novecento italiano. Oltre cinquecento sono già stati i visitatori nel primo giorno di apertura, domenica 19 maggio, a cui vanno aggiunti i quattrocento ospiti del vernissage di sabato 18: un successo che testimonia la grande attesa del capoluogo per questo evento.
A inaugurare la rassegna, oltre alla curatrice, al sindaco di Varese Davide Galimberti e all’assessore alla Cultura Roberto Cecchi, è stato anche il critico d’arte Carlo Arturo Quintavalle, autore di un excursus sulle creazioni di Guttuso. Presenti poi Rosita Missoni con il figlio Luca, Filippa Lagerback e Daniele Bossari.

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Tele esposte per la prima volta a Villa Mirabello

Venticinque sono i dipinti esposti per la prima volta nelle sale della settecentesca Villa Mirabello, in un percorso a temi che permette di valorizzare le tele che appartengono alla collezione Pellin. Tra queste, il celebre dipinto Spes contra spem, l’opera simbolo del Maestro, che rappresenta il valore assoluto della memoria per l’artista e la sua eredità spirituale. Uno degli ultimi capolavori che il pittore considerava una sorta di testamento.
I quadri, organizzati in nove sezioni, vanno dalla Natura morta. Barattoli del 1966, passando per l’autoritratto, L’Atelier, del 1975, per arrivare a Il sonno della ragione genera mostri del 1980, dipinto in occasione della strage di Bologna. La mostra si chiude con l’opera simbolo di Guttuso: quella Spes contra spem del 1982, vero e proprio manifesto  e “summa della poetica dell’artista”, già esposta a Roma a Castel Sant’ Angelo, New York e Palazzo Reale a Milano. Una tela di considerevoli dimensioni di tre metri per tre e cinquanta dove si scorge tutta l’importanza dell’esperienza varesina. Un lavoro in cui si evince l’influenza delle atmosfere del territorio della città, dove venne realizzata, e dove Guttuso ebbe modo di frequentare, tra gli altri, intellettuali come Guido Piovene, Dante Isella, Piero Chiara, Angelo Frattini, Vittorio Tavernari. Il pittore infatti frequentò per trent’anni, a partire dal 1953, lo studio di Velate a Varese: il territorio fu fonte d’ispirazione e di creazione di opere di grande valore come La Vucciria, che racconta la città di Palermo, ma venne dipinta qui.

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Alla scoperta della poetica del grande artista

Lungo il percorso espositivo i capolavori sono corredati anche da documenti e fotografie inediti, pannelli esplicativi e citazioni tratte dalle dichiarazioni del loro creatore, che arricchiscono di significato l’esposizione e permettono al visitatore di conoscerne intimamente la poetica. Alla realizzazione della mostra ha collaborato anche il figlio Fabio Carapezza Guttuso: nel catalogo si può infatti trovare un suo significativo contributo con testimonianze inedite di una realtà speciale vissuta col padre in prima persona.
“Grazie alla rinnovata attenzione dell’Amministrazione comunale  – spiega Cecchi – dopo anni in cui si è continuato a riflettere sull’importanza del legame Varese-Guttuso, si è finalmente concretizzato l’ambizioso progetto culturale che permetterà la visione di opere del Maestro di Bagheria ai Musei Civici di Villa Mirabello. Per questo abbiamo colto con entusiasmo la disponibilità della famiglia Pellin di offrire alla città le opere di Guttuso, onorando la volontà del fondatore Francesco Pellin che per vent’anni ha raccolto con caparbietà e intelligenza i lavori dell’artista, insieme al Maestro dando corpo alla più importante raccolta dei suoi dipinti”.

Angela Bruno

guttuso pellin varese mirabello – MALPENSA24