Ricorso contro i lavori di Pedemontana, Onlit: «Rischia un altro anno di stop»

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MILANO – Pedemontana, c’è un ricorso contro l’affidamento dei lavori per le tratte B2 e C. «Cantieri fermi per almeno un altro anno» denuncia Dario Balotta, presidente di Onlit, l’osservatorio nazionale sulle liberalizzazioni nei trasporti. L’opera, già ribattezzata “la Salerno-Reggio Calabria del Nord”, attende il completamento dal lontano 2015, l’anno di Expo a Milano, quando avrebbe dovuto essere conclusa secondo le previsioni ai tempi della posa della prima pietra.

Il ricorso al TAR

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Dario Balotta

«L’apertura del cantiere di Pedemontana per la realizzazione delle tratte B2 (da Lentate a Cesano Maderno) e C (da Cesano a Vimercate) è rinviata almeno fino al 2023 – annuncia Balotta – il consorzio giunto secondo nella gara per l’assegnazione della maxi-commessa da 1,3 miliardi di euro, composto da Saipem, Technimont, Societa italiana per Condotte d’acqua e Rizzani de Eccher, ha infatti presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Milano». Onlit fa notare peraltro che «tra gli azionisti del consorzio ricorrente c’è Saipem, una società sotto stretto controllo pubblico, evidente dimostrazione che prima prevalgono gli interessi d’impresa e poi gli interessi pubblici».

I rischi del contenzioso

«Se il contenzioso che si è aperto tra i due potenti consorzi di imprese durerà quanto il precedente, che dal 2015 al 2019 aveva coinvolto Strabag e l’appaltatore Pedemontana, vincitrice dell’appalto della prima tratta (lotto A), si prevedono tempi lunghi e costi di costruzione altissimi, visto anche il balzo all’insù del costo delle materie prime – afferma il presidente di Onlit – o più probabilmente l’effetto sarà che l’appalto si fermerà prima ancora di partire o meglio ancora appena dopo essere partito, che è la classica situazione italiana ideale per l’appaltatore quanto pessima per la parte pubblica. Durante gli anni di quel contenzioso, Pedemontana ha rischiato il fallimento per insolvenza: ora corre lo stesso rischio». La Lombardia aspetta: stavolta il traguardo sono le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, ma il rischio di mancarlo clamorosamente una seconda volta è dietro l’angolo.

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