Rifiuti per le aziende, una direttiva Ue cambia tutto. La denuncia di Longhin

rifiuti aziende giuseppe longhin

SOMMA LOMBARDO– Una direttiva europea risalente allo scorso dicembre, subito recepita dal Governo italiano senza passaggi o discussioni parlamentari, vieta dal primo febbraio alle aziende di conferire i rifiuti derivati da capannoni industriali ai Comuni. Un problema in più che crea notevoli problemi di gestione. A denunciarlo è Giuseppe Longhin, imprenditore della Tws valigierie industriali di Somma Lombardo, noto esponente leghista componente del direttivo Unionchimica nazionale di Confapi.

Cosa cambia

Si parla di rifiuti assimilabili agli urbani, non quindi scarti di lavorazione o rifiuti industriali per cui le aziende hanno gia decine di formulari per la gestione dello smaltimento. Rifiuti come plastica, vetro, carta e umido. «Dal primo febbraio quindi i Comuni avranno una entrata che varia dal 30 al 40% in meno, questa la media della quota Tari che viene introitata dalle amministrazioni, e dovranno rivedere necessariamente i costi, che aumenteranno, ai cittadini per via di un’economia di scala completamente da riformulare». spiega Longhin. E le aziende? «Dovranno arrangiarsi. Vero che non pagheranno più la Tari, ma vero anche che dovranno organizzare in proprio lo smaltimento e in tempi più che rapidi: primo febbraio. Alle aziende sarà anche vietato conferire rifiuti nei centri di raccolta comunali creando, anche qui, diseconomie non indifferenti».

Un aumento dei costi

Longhin si chiede quale sia lo scopo e l’utilità di una legge che provocherà secondo lui soltanto un aumento di costi per aziende, cittadini e amministrazioni. «Era proprio necessario in un momento storico come questo recepire questa direttiva europea?»

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