DAIRAGO – Anche Dairago rientra, e per il secondo anno di fila, nell’elenco dei “comuni ricicloni” della Lombardia, andando ad aggiungersi, nel Legnanese, a Magnago, Villa Cortese, San Giorgio su Legnano, Canegrate, Cerro Maggiore e Rescaldina. L’elenco, redatto da Legambiente sulla base dei dati dell’anno precedente, annovera i comuni lombardi che rispettano due criteri: una raccolta differenziata superiore al 65% del totale dei rifiuti prodotti e una produzione annua di rifiuti secchi non differenziabili per abitante inferiore a 75 chilogrammi. I dati del 2019 e 2018 certificano come Dairago abbia ampiamente rispettato tali parametri. La raccolta differenziata risulta infatti in costante miglioramento, essendo passata dal 79,5% del 2017 all’86% del 2018 fino all’87,1% del 2019, mentre la quantità pro capite di rifiuto indifferenziato (che nel 2017 era pari a 88,3 kg/anno) è diminuita a 60,4 nel 2018 e a soli 50,7 kg/anno nel 2019.
Rolfi: «Tanti cittadini virtuosi, altri meno»
«Questi risultati – osserva il sindaco di Dairago, Paola Rolfi – derivanti dall’introduzione di una nuova modalità di raccolta dei rifiuti porta a porta, sono stati possibili grazie all’impegno della maggioranza dei cittadini nell’adottare buone pratiche: differenziare di più e meglio, ridurre la produzione di rifiuti indifferenziati. Il riconoscimento ottenuto testimonia la sensibilità verso l’ambiente della comunità dairaghese e permane la convinzione che, adottando sempre di più questi comportamenti virtuosi nella quotidianità, sarà possibile ottenere risultati ancora migliori. Persistono tuttavia – lamenta Rolfi – comportamenti scorretti di alcuni cittadini che inseriscono i rifiuti domestici nei cestini posti lungo le strade oppure abbandonano i rifiuti, anche speciali, all’interno dei boschi. Tali azioni sono soggette all’attività di controllo e all’applicazione delle relative sanzioni ai trasgressori che vengono individuati, ma soprattutto evidenziano la mancanza di rispetto verso l’ambiente in cui viviamo, una delle regole fondamentali della convivenza civile».