Scelte sbagliate e indifferenze collettive: siamo tutti coinvolti

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Il Parlamento, luogo simbolo della democrazia del nostro Paese

di Gian Franco Bottini

E’ scoppiata la “bolla” del cosiddetto Superbonus che, con quel “super “messo davanti (stile superenalotto) ci aveva illuso di aver vinto la lotteria del Paese di Bengodi. Oggi il piatto piange e il governo non solo frena, addirittura “inchioda “ la macchina, con una di quelle manovre necessarie nei momenti di pericolo ma che inevitabilmente creano una catena di tamponamenti.

Coinvolti nel tamponamento potrebbero così essere migliaia di aziende e decine di migliaia di lavoratori,  senza dimenticare che se  la “bolla” si sgonfia lo farà anche il Pil, con una ricaduta negativa sulla credibilità del Paese che, rapidamente e  malauguratamente, si ritroverà a misurarsi la febbre con  quel sensibile termometro che è lo spread.

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Gian Franco Bottini

Il Superbonus fu una delle trovate miracolistiche del governo Conte II (5 Stelle+PD) e, come dichiara il ministro Giorgetti, è qualcosa che va a costare agli italiani “2000 euro a testa, neonati compresi”. Ne ha ben donde il buon Giorgetti di preoccuparsi, anche perché, lui non lo dice ma lo avrà ben chiaro in testa, esiste il peso di un’altra “bolla”, quella del reddito di cittadinanza, che dovrà essere sgonfiata perché altrettanto preoccupante. Evidentemente su quest’ultimo tema un certo imbarazzo Giorgetti dovrebbe averlo, pensando che il reddito fu appoggiato dalla sua Lega, in cambio di Quota 100, nell’ambito di quel governo Conte I del quale i due partiti erano azionisti, con un Salvini nel pieno delle sue controverse performance.

Superbonus e Reddito di cittadinanza sono due mine che questo governo dovrà cercare di disinnescare senza saltar per aria e, in una situazione del genere, la ricerca delle responsabilità è inevitabile se non doverosa.

Responsabile il PD, per la parte Superbonus? Certamente e, come sempre succede, lo ammette anche  una parte del partito stesso che, nell’ambito di una battaglia interna, sottoscrive la bontà della decisione odierna pur se presa dall’attuale governo avversario.

Responsabile la Lega, per la parte del reddito? E come negarlo; qualcuno avrà sicuramente già posto al leghista Giorgetti l’imbarazzante domanda “ma tu dov’eri?”

Responsabili i Pentastellati? Alla grande, perchè in ambedue i casi erano alla guida del governo, dall’alto di uno stratosferico suffragio del 32% che il popolo italiano aveva loro concesso ma che oggi, alla luce dei probanti recenti  test regionali, ha ridotto ai minimi termini.

Proprio quest’ultima osservazione ci fa ritornare su un tema che più volte abbiamo sollevato negli ultimi anni: quello della nostra superficialità nel voto e della crescente rinunacia al più importante dei nostri diritti, sul quale si fonda la nostra democrazia. Diamo pure una forte responsabilità ai Pentastellati (non se ne può proprio fare a meno!) , ma chiediamoci anche chi ha dato il potere che ha consentito loro di operare. Siamo stati noi, cittadini elettori e ancor più cittadini non-elettori; questi ultimi  che per ignavia, qualunquismo, menefreghismo, pigrizia o quant’altro hanno oramai formato il più grande partito nazionale, che potremmo definire di “fancazzisti” in quanto, pur essendo il più numeroso, rifiuta ogni potere decisionale e, se vogliamo dirla tutta, anche al suo diritto al lamento.

Alle ultime elezioni regionali il partito degli assenteisti ha superato il 60% e la cosa crea almeno due interrogativi. Se il fenomeno dovesse ulteriormente estendersi e i pochi si trovassero a decidere per i molti, si potrà ancora parlare della nostra come di una “democrazia rappresentativa” o saremmo di fronte alla premessa di qualcos’altro ben più preoccupante? E poi, perché di fronte a questo straordinario disinteresse della gente nessun partito ha seriamente sollevato il problema? Per vergogna, distrazione o perché “va bene così”; meno votanti uguale maggior controllo sui risultati. L’alto numero di preferenze espresse nelle recenti elezioni regionali direbbero proprio questo!

E allora, riprendendo il discorso sulle responsabilità,  un minimo di onestà intellettuale ci impone di mettere in cima alla lista dei colpevoli proprio noi, cittadini elettori che nel corso degli anni ne abbiamo creato le condizioni, non andando a votare o votando più di pancia che di testa, creando di volta in volta, come si suol dire,”nuovi mostri”.

Il discorso, credeteci, è preoccupante, perché rischia di minare i principi fondamentali della nostra democrazia, anche se pare che pochi di noi lo percepiscano come tale. E’ un discorso che non ha colore politico ed è bene che sia così, perché ci permette di suggerire che sia tempo di affrontarlo con gli elettori e che a farlo non possa essere che il Presidente della Repubblica, custode responsabile della nostra democrazia.

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