Sesto, la Torre Colombo avrà due piani in meno. Manca solo l’ok del Comune

sesto torre colombo rendering

SESTO CALENDE – Torre Colombo: il progetto è stato depositato, con tanto di relazioni e tavole grafiche. Il piano di riqualificazione dell’ex complesso Q8 – un’area già acquistata dall’azienda di famiglia del capogruppo di maggioranza Marco Colombo (Lega) per realizzare un palazzo che ridisegnerà lo skyline di Sesto Calende – fa un ulteriore passo avanti. In attesa che si ottengano «le autorizzazioni – si legge in un post pubblicato dalla Enrico Colombo Spada parte di tutti gli enti competenti», compreso il Comune.

Il lavoro

Ieri, 15 marzo, «dopo una lunga e meticolosa fase di istruttoria, gli uffici competenti dell’amministrazione di Sesto Calende hanno pubblicato in forma ufficiale il progetto, completo di tavole grafiche e relazioni, per l’ottenimento delle autorizzazioni da parte di tutti gli enti competenti», prosegue la nota dell’azienda. Che è «orgogliosa» di poter anticipare i risultati «dell’importante lavoro progettuale compiuto da un team di prestigiosi studi internazionali». Sintetizzati con la pubblicazione delle viste principali e dei foto-inserimenti «a dimostrazione della perfetta integrazione del nuovo corpo edilizio all’interno del contesto urbano».

Il progetto

Di fatto, aggiungono, «prende così finalmente avvio l’iter amministrativo, che auspichiamo possa portare all’approvazione di questo progetto che sanerà una volta per tutte la “ferita” che da troppi anni deturpa il centro della nostra città». Il progetto è «caratterizzato da un edificio fortemente iconico», concludono dalla Enrico Colombo Spa. «Potrà diventare realtà». La struttura si sviluppa su nove piani fuori terra, più un attico arretrato su tutti e quattro i lati. Due piani in meno rispetto all’idea iniziale, che ne prevedeva 12. L’altezza complessiva è di «33 metri, 2 in meno rispetto al campanile della chiesa parrocchiale».

La posizione di Insieme per Sesto

Nel frattempo, Insieme per Sesto ha diffuso una nota con la sua posizione. «Non vorremmo che i promotori della varante al Pgt, in deroga ai vincoli di altezza degli edifici nel centro storico, abbiano scambiato la pubblicazione della procedura di Vas per un’approvazione del loro progetto che non c’è», sottolinea il gruppo di minoranza. «Spetta al consiglio comunale ogni decisione in materia urbanistica. E quello che attende la proposta di variante è ora un processo di Vas». Questo tipo di valutazione «va fatta perché si intende operare una variante al Pgt che non consente le altezze richieste: significa che l’atteso recupero dell’area abbandonata da 14 anni sarebbe già possibile, se fatto nel rispetto del Pgt in vigore da oltre 10 anni». E ancora: «Un anno fa, sia il Parco del Ticino che la Provincia di Varese avevano espresso perplessità sul tipo di progetto, che incide in modo pesante sul profilo della città». La procedura di Vas «prevede la possibilità per i cittadini e per i portatori di interesse di presentare osservazioni». In conclusione: «Prima di ritenerlo approvato, bisogna ricordare che la giunta nel dare un indirizzo agli uffici ha precisato che i pareri pervenuti dagli enti coinvolti nella procedura di conferenza di servizi preliminare consentono una valutazione più restrittiva rispetto alla proposta». Ora, «va valutata ulteriormente la versione attuale che tiene conto solo in misura minima delle osservazioni del Parco e della Provincia e sulla quale non si è ancora espressa la Soprintendenza al Paesaggio». Senza dimenticare «altri aspetti critici: verde, parcheggi, problematiche idrauliche e idrogeologiche che erano emerse in modo critico quando fu avviato il cantiere di questo intervento».

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