Somma, il nuovo presidente diventa un problema. Ma Apolloni resta in pole

Alessandra Apolloni

SOMMA LOMBARDO – Chi prenderà il posto da presidente del consiglio comunale a Somma Lombardo, ora che Gerardo Locurcio si è dimesso? Il nome che doveva mettere tutti d’accordo è già sul tavolo da tempo: Alessandra Apolloni. Capogruppo di maggioranza e miss preferenze del Pd, quando nel 2020 fu eletta con 225 voti. Tanto basterebbe per chiudere la pratica in cinque minuti e arrivare in aula il prossimo 21 dicembre con il nome già pronto e scritto sulle schede da inserire nelle urne. Ma lo scenario è ben più ampio. E complicato.

Il Pd e la carta Apolloni

Un passo alla volta: tutto porta ad Apolloni. Il Pd già nel 2020 non aveva nascosto il desiderio di vedersi riconosciuto il merito degli obiettivi raggiunti alle ultime Amministrative. In questo senso, fu eloquente il messaggio silenzioso che proprio i dem mandarono in occasione della seduta di insediamento del Bellaria bis: quattro schede bianche al momento dell’elezione del presidente del consiglio, ruolo che in base ai patti pre-elettorali doveva essere riaffidato – come è successo – a Locurcio (Somma al Centro). E fu ancora più esplicito proprio il commento di Apolloni. Testuale: «So bene che il mio partito, il primo partito in città, avrebbe voluto una manifestazione concreta e visibile del successo elettorale». Oggi il Partito Democratico ha l’occasione di dare seguito a quelle pretese. Se tutto filasse liscio.

Le alternative e il premio alla carriera

Apolloni è la più quotata, certo. Ma nonostante le aspirazioni di tre anni fa, oggi non ha ancora dato nessuna garanzia: una questione che si sarebbe potuta risolvere subito dopo le dimissioni di Locurcio, nel giro di pochi minuti. E che invece si sta procrastinando da settimane. Tentennamento che ha dunque costretto la coalizione di centrosinistra a vagliare ipotesi differenti. Magari scommettendo sull’ex segretario cittadino Angelo Ruggeri o su Manolo Casagrande, che potrebbe avere la chance di fare un salto di qualità sia all’interno del partito che in amministrazione. Due nomi, però, che finora non hanno permesso di prendere una decisione univoca. Al punto che anche l’ultima riunione di maggioranza – l’ennesima, con lo stesso punto all’ordine del giorno – si è risolta con un nulla di fatto.

L’esperienza guarda a Brovelli

Diverso è per chi può fare leva sul fattore esperienza, ovvero Claudio Brovelli. Con due mandati da sindaco alle spalle, l’attuale capogruppo di Sinistra per Somma è la quota di peso nel centrosinistra. Le sue abilità e competenze politiche potrebbero portarlo agilmente a ricoprire questo ruolo di prestigio. Ma è anche vero che dirigere i lavori in aula obbliga a mantenere una posizione super partes: non è scontato che invece Brovelli preferisca mantenere la possibilità di esprimere liberamente la propria opinione, senza alcun vincolo di ruolo.
Proprio stasera è previsto un nuovo vertice di coalizione, forse quello decisivo per strappare il sì di Apolloni. Ma se così non fosse, la maggioranza dovrebbe correre ai ripari e trovare una soluzione entro il prossimo consiglio comunale. Un intervento di Brovelli all’ultimo minuto risolverebbe la situazione, perché pacificherebbe tutti: con l’indicazione di scrivere il suo nome sulla scheda elettorale, infatti, nessuno nel centrosinistra di Somma oserebbe fare scherzi nel segreto dell’urna.

Le provocazioni

La partita poteva risolversi in fretta aiutando a pacificare gli animi dopo mesi di tensione creati dai dissidi in Somma al Centro. Ora più passa il tempo e più monta il gossip politico. Che sta dando vita a un toto-presidente che include tutti. Ma proprio tutti, anche i casi più improbabili. Come Maria Teresa Pandolfi: oggi è esponente di un gruppo appena nato – Somma Futura – che esprime tra l’altro l’assessore Edoardo Piantanida Chiesa. Quindi è da escludere che possa avere la possibilità di prendersi anche la presidenza del consiglio. A meno che la maggioranza non voglia premiare la fiducia dimostrata durante gli scontri avvenuti con Sac, quando Pandolfi si è schierata col sindaco garantendo un certo equilibrio nel centrosinistra almeno fino a fine mandato.
Ancora più remota è la suggestione che si lasci passare avanti la minoranza: non trovando una via d’uscita, si sarebbe risolto l’impasse consegnando la poltrona da “direttore” al leghista – e attuale vicepresidente – Marco Giusti. Soluzione al limite dell’assurdo. Ma che offre una fotografia di una maggioranza indecisa e in difficoltà.

somma presidente consiglio apolloni – MALPENSA24