Gli espulsi di Sac fondano Somma Futura: «Siamo la buona politica»

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Edoardo Piantanida Chiesa e Maria Teresa Pandolfi

SOMMA LOMBARDO – La rottura in Somma al Centro si consuma definitivamente. L’assessore Edoardo Piantanida Chiesa e il consigliere Maria Teresa Pandolfi lasciano la lista civica e fondano un nuovo gruppo: nasce Somma Futura. Un progetto che sarà parte della coalizione di centrosinistra, sostenendo il sindaco Stefano Bellaria e la giunta che da otto anni governa nella Città dei Tre Leoni.

Un nuovo percorso

Piantanida Chiesa e Pandolfi si lasciano alle spalle gli scontri con il presidente del consiglio comunale Gerardo Locurcio, tra i fondatori di Somma al Centro. E di conseguenza – preso atto dell’espulsione con una lettera protocollata dal coordinatore Sac, Ciro Cipriano – iniziano un nuovo percorso nella maggioranza, ora che è stata sancita la pace dopo l’ultimo vertice di maggioranza «Questa nuova lista civica darà piena fiducia e sostegno all’attuale amministrazione comunale», si legge nella nota firmata dai nuovi esponenti di Somma Futura. «In particolare al sindaco Stefano Bellaria e alla coalizione di centrosinistra nata nel 2015 con un chiaro intento di cambiare Somma».

La «buona politica»

Per i coordinatori di Somma Futura l’attenzione è tutta rivolta al «mandato affidatoci dagli elettori», che è «chiaro e vincolante». In cima alla lista c’è l’obiettivo di «realizzare il programma elettorale all’interno dell’attuale coalizione di maggioranza». Di più: «Importanti progetti sono stati realizzati in questi anni dall’amministrazione comunale e molti sono in itinere: le nuove scuole Rodari, la nuova mensa della Milite Ignoto, il Lascito Aielli, la riqualificazione del versante Belvedere dopo la frana, la messa in sicurezza delle Fattorie Visconti». Un modo per dire che «queste opere cambieranno in meglio il volto della nostra città ed è per questo motivo che è fondamentale restare fedeli al compito che i concittadini ci hanno, a larga maggioranza, affidato». E concludono: «Questo deve essere il mandato della buona politica, l’unica in cui ci riconosciamo e per la quale intendiamo operare».

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