Tradate, “un biologo tra le squadre dei vigili del fuoco”. E nelle case di comunità

TRADATE – Un biologo al fianco dei vigili del fuoco. L’idea è semplice ma è estremamente efficace. E’ il progetto fortemente voluto dall’Ordine nazionale dei Biologi, presieduto dal senatore Vincenzo D’Anna, e presentato oggi, sabato 26 febbraio, dal vice delegato dell’Ordine regionale dei biologi di Lombardia Rudy Alexander Rossetto, che del progetto è il braccio operativo.

Molteplici competenze

All’incontro, svoltosi nel distaccamento dei vigili del fuoco volontari di Tradate, oltre al capo distaccamento Enrico Meroni, erano presenti il senatore Stefano Candiani (Lega), il consigliere regionale e presidente della Commissione regionale Sanità Emanuele Monti (Lega) e il sindaco di Tradate Giuseppe Bascialla (Lega).

La collaborazione con i vigili del fuoco

Perché l’inserimento della figura professionale del biologo nelle squadre dei vigili del fuoco può essere determinante? “Il biologo ha tantissime competenze – spiega Rossetto – In ambito sanitario, in ambito ambientale, sul fronte della sicurezza. Solo per citarne alcune. Un biologo potrebbe formare i vigili del fuoco sul fronte di interventi particolari. Un esempio? Un incendio in una ditta chimica con rischio di dispersione di sostanze. Un biologo è in grado di fornire informazioni fondamentali su come affrontare al meglio la situazione limitando i rischi“. Lo stesso “è possibile fare se l’intervento riguarda episodi di sversamento di sostanze inquinanti in acqua, aggiungo”. Ma non solo: “Le collaborazioni possono numerosissime. La schiuma antincendio utilizzata è tossica. Ho contatto, perché questo è un progetto nel quale credo molto così come credo nella multidisciplinarità, L’Ordine dei chimi e fisici al fine di poter studiare un materiale meno impattante per l’ambiente e più sicuro per gli operatori che possa garantire la stessa resa. Chimici e fisici hanno già dimostrato interesse”.

Ats e Casa di Comunità

Non solo. “Sarebbe possibile istituire la figura del biologo di comunità, in collaborazione con gli enti amministrativi che potrebbe rivelarsi fondamentale su più fronti, con un solo stipendio da sostenere, a cominciare da quello della sicurezza”. E infine l’inserimento di un biologo nelle Case di Comunità, il futuro della sanità di prossimità in Lombardia “progetto accolto con estremo favore dall’Ats di Bergamo e che intendo proporre anche ad Ats Insubria e a tutte le Ats regionali. Il biologo, e in Lombardia ce ne sono 5.500 perfettamente formati, ha competenze sanitarie diversificate e potrebbe integrare il lavoro di diverse figure professionali. E’ un progetto su più fronti che sto, che stiamo, spingendo perché convinti che potrebbe rappresentare un modello replicabile e vincente”.

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