Undici bambini da Chernobyl a Samarate. «Un’esperienza totale»

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SAMARATE – Tra le undici famiglie di Samarate (e dintorni) che hanno deciso di ospitare un bambino di Chernobyl ci sono novelli sposi, coppie senza figli, genitori che per cinque settimane hanno aggiunto «un quarto figlio che ora amiamo esattamente come gli altri tre». Per ciascuno di loro è stata un’esperienza diversa, ma per tutti «magnifica». Non c’è scusa che tenga, dicono, per non farsi contagiare dal progetto dell’associazione “Noi con voi Onlus”, impegnata dal 2002 a organizzare soggiorni terapeutici in Italia per i bambini che vivono nell’area colpita dal disastro nucleare del 1986. Ieri sera le famiglie si sono ritrovate a Verghera insieme all’assessore Nicoletta Alampi per un bilancio dell’esperienza appena terminata.

La purificazione dal cesio

Sono undici i bambini che hanno soggiornato in altrettante famiglie per oltre un mese, lontano dalle radiazioni causate dall’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl che tuttora contaminano le zone in cui vivono. Si tratta di una vacanza terapeutica fondamentale per la loro salute: il soggiorno italiano permette una parziale depurazione degli organi dal cesio, garantendo un maggior benessere durante i mesi invernali.  «Stando un mese in Italia acquistano sei mesi di benessere al loro ritorno», dice una “mamma” italiana. “Dovevate vedere il loro viso quando sono arrivati e poi quando sono ripartiti. La mia era irriconoscibile, non sembrava nemmeno sua sorella. E poi imparano sin da piccoli a stare fuori di casa, imparano una nuova lingua e conoscono un mondo diverso dal loro. E’un grandissimo stimolo per il loro avvenire».

Un’esperienza totale

I primi giorni, raccontano le famiglie ospitanti, non sono facili. «Ma il ghiaccio lo sciogli velocissimamente», assicura Davide, papà di tre bambini. «L’ho fatto anche per loro, per imparare a confrontarsi con qualcosa di molto diverso dalla loro agiata quotidianità». Elisabetta non ha figli e dice che «è stato meraviglioso». Ancora si commuove ad ascoltare il primo vocale che la sua bimba le ha mandato una volta tornata a casa. Simone ed Elisa si sono sposati soltanto un anno fa e si sono lanciati in questa avventura «con molta incoscienza» ma con la consapevolezza di fare qualcosa di utile e, soprattutto, di giusto: «Si parla tanto di accoglienza di questi tempi. Noi abbiamo voluto combattere l’ignoranza con la conoscenza, stravolgendo la nostra vita comoda in cinque settimane stancanti, certo, ma molto appaganti ed emozionanti. E’stata un’esperienza totale».

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