Varese 2.0 sbatte la porta in faccia a Galimberti. Anzi no

Varese 2.0 prima degli abbandoni interni e della crisi con la maggioranza

VARESE – “Siamo vicini, ma anche distanti”; “Non siamo noi a rifiutare gli incontri, ma sono loro a non volerci”. La saga del dico e non dico, del faccio e non faccio tra la maggioranza di centrosinistra e Varese 2.0 regala un’altra puntata: un comunicato del movimento che fa riferimento al vicesindaco Daniele Zanzi. Nota ufficiale che dice tutto e nulla, ma fissa alcuni paletti, più sul presente che sul futuro: nessuno scossino a Palazzo Estense: “Abbiamo preso un impegno con i nostri elettori”.

 

Da alcune settimane abbiamo sottoposto al Partito Democratico cittadino, in pressing sul nostro
movimento civico per conoscerne le intenzioni in vista delle prossime elezioni amministrative, un semplice e persino banale quesito: con chi avremmo avuto il piacere di condividere questo percorso e su quali basi programmatiche. A parte un ultimatum di accettare un’adesione a scatola chiusa, siamo rimasti inutilmente in attesa.

Coup de théâtre”!

Siamo passati dall’apertura ai fuggitivi, ai delusi e ai dissidenti del centro destra, alla presentazione dei numerosi cespugli più o meno rigogliosi, per arrivare all’accordo con i 5 Stelle.

Mancherebbero all’appello PLI, PRI, PSDI E PDUP….chissà che nei prossimi giorni non si arrivi ad un accordo anche con i loro eredi…

Crediamo che oggi sia chiaro a tutti il senso, ma faremmo meglio a dire il buonsenso, delle nostre parole e delle nostre richieste. Ma soprattutto crediamo sia molto più chiaro il senso della nostra assenza.

Siamo un cespuglio anche noi, grande o piccolo lo racconterà la storia, ma vogliamo ancora una volta riaffermare il diritto di fare politica diversamente, o almeno provarci.

Prima eravamo scomodi perché si apriva al centrodestra, ora siamo scomodi perché non ci allineiamo. Però qualcuno ci dovrà spiegare, ma soprattutto dovrà farlo agli elettori, quanta “comodità” ci sia nell’aprire un “cantiere elettorale” così ampio e disomogeneo.

Poi d’improvviso i “Ed è per questo che non potevamo esserci alle riunioni di maggioranza: perché abbiamo visto trasformismi, perchè non c’è chiarezza di intenti, perché non c’è vera condivisione. Troppo comodo limitarsi a registrare un’assenza, la nostra, e non spiegarci, prima, come potranno trovare una sintesi i progetti di Italia Viva/Lega Civica, i programmi delle due anime del PD, le istanze ambientaliste dei Verdi, quelle riformiste di Progetto Concittadino con la benedizione del Movimento 5 Stelle.

Le distanze ci sono, inutile negarlo, marcate sul “come fare”, minori sul “cosa fare” e una riflessione profonda su questa affermazione sarebbe davvero importante che la politica, tutta, incominciasse a farla.

Non saremo noi a sbattere la porta, piacerebbe a molti lo sappiamo, ma abbiamo preso un impegno con i nostri elettori e siamo comunque fieri ed orgogliosi di aver contribuito a fare le tante cose che sono state fatte. Il dialogo resta una grande opportunità, ci sono ancora lunghi mesi davanti, ma ci deve essere la volontà di averlo.

Se poi, invece, si vogliono alimentare, perché è più facile e comodo, i dissapori e le distanze, ad esempio facendo parlare ondivaghi e rancorosi “ex appartenenti al movimento”, si sappia che è la politica a perderci, non certo Varese 2.0.

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