Varese, anziani raggirati e derubati. Il bottino? 17 milioni di euro

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VARESE – Anziani derubati di 17 milioni di euro: intervengono i Finanzieri. La Guardia di Finanza di Varese, su delega della locale autorità giudiziaria, dopo circa 6 mesi di indagini, ha segnalato alla magistratura competente i reati commessi da 13 persone responsabili a vario titolo del reato di circonvenzione di incapace,  mettendo al sicuro l’ingente patrimonio delle vittime, ammontante tra beni immobili e disponibilità ad oltre 17 milioni di euro.

Bancario e promoter infedeli

Le indagini si sono sviluppato da due distinti servizi nei confronti di altrettanti anziani benestanti residenti nel centro di Varese e senza famigliari vicini che talvolta possono assistere coloro che non dispongono della piena e consapevole capacità di autodeterminazione del proprio patrimonio. Nel primo caso, le indagini sono scaturite da una segnalazione sporta dal direttore di un istituto bancario varesino, il quale, dopo aver rilevato delle atipiche movimentazioni di denaro di una correntista, evidenziava le condotte di un funzionario e di un promotore finanziario della banca, che avevano adottato un comportamento non conforme al codice etico aziendale ed in palese conflitto di interessi con le mansioni svolte. Le attività istruttorie, connesse al procedimento penale instauratosi, consentivano di ampliare il novero dei presunti autori dei reati circonvenzionali, inducendo la magistratura inquirente ad iscrivere nel registro degli indagati oltre ai due infedeli dipendenti dell’istituto bancario, anche altre 8 persone, tra cui un rinomato professionista, avendo fatto intestare dalla circonvenuta alla figlia minorenne, una polizza assicurativa ramo vita del valore di circa 100mila euro.

Polizza vita intestata a una minorenne

Al termine delle indagini emergeva un quadro sconcertante, volto alla spartizione tra gli indagati di una parte del patrimonio della parte offesa, costituito da 6 terreni, 18 unità immobiliari, depositi bancari per oltre 2,3 milioni di euro e depositi titoli per oltre 4 milioni di euro, sia grazie alla variazione degli intestatari di 8 polizze assicurative ramo vita del valore di oltre 5,5 milioni di euro, sia a fronte della variazione delle volontà testamentarie, garantendosi la possibilità su molti immobili di pregio di diventare a tutti gli effetti gli eredi legittimi. Tutto ciò era possibile grazie ad una attenta opera di persuasione volta a consolidare apparenti rapporti di amicizia e a rivolgere continue lusinghe all’anziana signora priva di un contesto familiare di riferimento e senza alcun parente sino al 4° grado in linea collaterale, tanto da indurla, di fronte al giudice tutelare, nell’imminenza della decisione se attribuire alla parte un amministratore di sostegno (il cui compito è quello di assistere e tutelare gli interessi di chi non è in grado) a dimostrarsi pienamente consapevole delle proprie volontà. L’anziana signora non veniva vista come una persona bisognosa di assistenza ed aiuto, ma come un “investimento” arrivando perfino a dissuaderla, per non sperperare il suo patrimonio, dal donare ingenti somme per lo sviluppo di opere caritatevoli di istituzione religiosa.

Badante arrivista e avida

Nel secondo caso, invece, veniva accertato che una badante ed un promotore finanziario, abusando dello stato di infermità e decadimento cognitivo di un anziano ma facoltoso signore, avevano indotto quest’ultimo, all’età di 93 anni, a compiere atti con effetti giuridici dannosi per sé stesso e per gli eredi legittimi. Anche in tale circostanza, le indagini traevano origine da una segnalazione della nipote, la quale era preoccupata che la badante di origine albanese, approfittando del rapporto fiduciario instauratosi con il nonno e delle sue precarie condizioni psico-fisiche, era stata delegata ad operare sul conto corrente nonché aveva beneficiato direttamente o per mezzo di suoi parenti, di donazioni di denaro per 780mila euro. Colei che si prendeva apparentemente cura dell’anziano signore, pienamente consapevole delle disponibilità del circonvenuto, si dimostrava piuttosto abile nel manipolarlo, motivando le continue richieste di denaro alla necessità di pagare un delicato intervento chirurgico della nipote residente all’estero. Al termine delle indagini, si procedeva al sequestro, a tutela del circonvenuto, delle rimanenti disponibilità economiche ammontanti a circa 88.000 euro, del testamento olografo, nel quale veniva disposto un lascito di 20.000 euro ad un promotore finanziario connivente con la badante, e a segnalare all’autorità giudiziaria per circonvenzione di incapaci i tre indagati.

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