Varese, Bianchi subito al lavoro. Primo dubbio: utile o no la lista del sindaco?

VARESE – Matteo Bianchi, candidato sindaco del centrodestra a Varese, si è subito calato nella parte, dando il la alle liturgie che la politica prevede in questi casi. La sua discesa in campo per Palazzo Estense, scaturita dalle difficoltà nel trovare un sostituto di Roberto Maroni, costretto al passo indietro per le note vicende di salute, è stata accolta con entusiasmo dagli alleati dello schieramento che lo sostiene. Bianchi si presenta loro attraverso una riunione via internet, prima del faccia a faccia in serata coi militanti leghisti nella storica sede di Varese. Incontri formali e, allo stesso tempo, organizzativi: la campagna elettorale richiede una serie di incombenze burocratiche/comunicative e, appunto, politiche alle quali non si sfugge. A cominciare dalla costituzione della squadra che affiancherà il candidato espresso dal Carroccio da qui a ottobre, mese durante il quale si dovrebbe votare.

Caccia all’elettorato moderato

A favore dell’ex sindaco di Morazzone ci sono però molti aspetti. Il suo essere incline al dialogo, innanzitutto, poi l’esperienza maturata in tanti anni di militanza politica e amministrativa e, infine, la rinuncia allo status di parlamentare (in caso di successo) per mettersi al servizio della comunità. Una scelta che gli è valso il plauso dell’intera coalizione e di molti esponenti della Varese che conta, se così possiamo dire; la città che fa opinione e che, alla fine, potrebbe orientare l’elettorato. Certo, il principale avversario di Matteo Bianchi, è il sindaco uscente di centrosinistra, Davide Galimberti, che porta in dote cinque anni di lavoro in Municipio, politico scafato, Galimberti, parte con i sondaggi che pendono (penderebbero) dalla sua parte. Ma la partita sarà tutta da giocare, soprattutto al centro, in quella vasta area dei moderati in cerca di una valida rappresentanza municipale. Chi tra Bianchi e Galimberti sarà nelle condizioni di soddisfare una simile esigenza?

Servono consensi per contrastare Fratelli d’Italia

A fronte di tutto ciò Matteo Bianchi comincia a ragionare sull’opportunità di varare una lista del sindaco, che porti il suo nome, possibilmente con una matrice civica. Bianchi però è un politico, milita in un partito, la Lega, che ora ha bisogno di voti per contrastare l’avanzata di Fratelli d’Italia. Una lista organica a Bianchi le porterebbe via consensi. E questo non sarebbe affatto opportuno per conservare la leadership della coalizione. In secondo luogo, a “spingere” Bianchi con una squadra ad hoc dovrebbero essere personalità di riconosciuto prestigio a tutti i livelli, alcuni già contattati, pronti a offrirgli sostegno ma, al momento, senza schierarsi pubblicamente. Insomma, non basta il semplice candidato al consiglio comunale, ci vuole il professionista o la professionista dall’indiscussa affidabilità e serietà. In caso contrario si rischia il flop. Detto questo, la lista del sindaco rimane in forse. Dopo di che, per Matteo Bianchi comincia un periodo di estremo impegno. La corsa su Palazzo Estense non sarà affatto una passeggiata. Ma anche questo è scontato.

Matteo Bianchi ci sta: «Sono disponibile a candidarmi a sindaco di Varese»

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