Chiuso in comunità il maniaco minorenne di Varese. Eseguito l’ordine del giudice

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VARESE – Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Varese lo avevano identificato già a metà settembre: oggi, giovedì 15 ottobre, hanno eseguito la misura di custodia cautelare in comunità nei confronti un minorenne di origine straniera, studente in una scuola superiore di Varese. E’ lui, secondo gli inquirenti, il maniaco che a metà settembre si era reso protagonista di tre aggressioni in tre giorni, tra Casbeno e Giubiano, ai danni di altrettante donne palpeggiate al seno e nelle parti intime.

Le vittime sono almeno 9

In realtà, secondo quanto emerso dalle indagini, le vittime sono molte di più: il minore è accusato infatti di aver  molestato e palpeggiato almeno nove donne tra i 13 e i 53 anni intercettate sempre in centro a Varese. Le aggressioni sarebbero quindi almeno il triplo di quelle emerse a metà settembre quando a Varese, comprensibilmente, era esploso l’allarme sociale dopo la segnalazione dei tre casi registrati tra Giubiano e Casbeno. Il 16 settembre la Questura di Varese, in una nota, aveva segnalato con «cauto ottimismo» l’individuazione dell’autore delle aggressioni. Tanto che il sindaco Davide Galimberti con le assessore Rossella Dimaggio, Cristina Buzzetti, Ivana Perusin e Francesca Strazzi aveva pubblicamente ringraziato gli investigatori della Mobile di Varese per il lavoro svolto. Il fatto che il maniaco fosse minorenne ha spostato il caso all’attenzione del Tribunale per i Minorenni di Milano che ha chiesto e ottenuto il provvedimento cautelare. Questa mattina il procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Milano, Ciro Cascone, in una comunicazione ha reso nota l’esecuzione della misura a carico del molestatore.

Aggredite minorenni e donno in gravidanza

Le violenze contestate sono spesso aggravate da diverse circostanze: minore età della vittima e stato di gravidanza. Le vittime, tutte assalite nella prima metà dello scorso settembre, erano scelte a caso tra le donne sole, non caratterizzate con precisione né per fattezze fisiche né per età. Gli investigatori della Mobile sono risaliti al giovane dall’analisi delle 10 denunce presentate e dall’analisi delle telecamere di videosorveglianza vicine ai luoghi delle aggressioni.

Le indagini

La perquisizione della sua abitazione disposta dal pm Sabrina Ditaranto che ha coordinato le indagini, ha consentito di trovare i capi d’abbigliamento descritti dalle vittime e di ricostruire i suoi spostamenti nei giorni in cui sono stati commessi i reati. Sempre secondo quanto spiegato dal procuratore, i familiari del ragazzo hanno immediatamente collaborato con gli inquirenti e sono rimasti sconcertati non riuscendo a darsi una spiegazione del suo comportamento. Il giovane infatti «vive in una famiglia ben inserita nel tessuto sociale varesino: i genitori lavorano regolarmente e il fratello maggiore studia all’università», si legge nella nota del procuratore Cascone riportata da Askanews. «La necessità di comprendere l’origine disfunzionale della condotta e di correggerla con efficacia – ha indotto la Procura a chiedere il collocamento del giovane in una comunità educativa – che è stata scelta con cura, tra le varie disponibili, stante la particolarità del reato commesso e la portata molto infamante, anche in ambito comunitario, del reato: elementi che rendono l’intervento cautelare particolarmente articolato».

Varese, 3 aggressioni in 3 giorni: individuato il molestatore

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