VARESE – Più investimenti, sostegno al reddito da lavoro, utilizzo delle risorse Pnrr, incentivazione dei contratti di solidarietà, riqualificazione e valorizzazione degli istituti tecnici e del sistema universitario, stabilizzazione del precariato. Ma anche, a livello locale, garanzie sul futuro di una delle maggiori aziende del territorio, Whirlpool, passata in mano turca.
Queste le ragioni dello sciopero di quattro ore indetto dai metalmeccanici e dalla relative sigle sindacali di Cgil Cisl e Uil che questa mattina, venerdì 7 luglio, si sono dati appuntamento in piazzale Libertà davanti alla prefettura.
Preoccupazioni turche
Una delegazione composta da Nino Cartosio, Fiom Cgil Varese; Tiziano Franceschetti, Fim Cisl Laghi e Angelo Re, Uilm Varese è stata ricevuta dal viceprefetto.
Le ragioni del presidio
I metalmeccanici – si legge nel volantino che annuncia il presidio – stanno vivendo una condizione economica e sociale molto delicata. Sono anni che il nostro Paese vede ridursi la sua base produttiva e, nell’attuale fase di grandi trasformazioni e di processi di transizione – ecologica, digitale, energetica e tecnologica – sono mancati da parte della politica e dei governi gli orientamenti e le scelte sui temi del lavoro e dell’industria.
Per il nostro settore sono sempre più urgenti interventi di politica industriale che ancora non si vedono da parte del governo attuale e senza i quali si rischia di peggiorare la condizione economica, industriale e sociale, già caratterizzata da prospettive di particolare incertezza.
È necessario rimettere al centro il lavoro dell’industria metalmeccanica e impiantistica se si vuole una reale transizione, altrimenti si rischia di aggravare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori già appesantita da pandemia, crisi, instabilità geopolitica e da un’inflazione a livelli record, che erode il potere di acquisto dei salari.
Fim, Fiom e Vilm si mobilitano per rivendicare il ruolo del pubblico a partire dalle responsabilità del governo.