Varese, disarma e “atterra” ubriaco armato di coltello: poliziotto a processo

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VARESE – Abuso di autorità. E’ questa l’accusa mossa dalla procura di Varese a un agente della Polfer intervenuto il 9 gennaio 2020 nel sottopasso di via Morosini a Varese per contenere un cittadino marocchino ubriaco e armato di coltello che stava terrorizzando i passanti.

Disarmato e ammanettato

Le chiamate al 112 per segnalare la presenza dell’uomo furono quel giorno molteplici. Oggi, mercoledì primo giugno, nell’aula bunker del Tribunale di Varese sono stati ascoltati tutti i testi. Secondo l’accusa il poliziotto, che risponde anche di lesioni (5 giorni di prognosi per il cittadino marocchino, 20 quelli per l’agente dopo l’intervento), avrebbe eseguito una manovra non regolare per disarmare e ammanettare (l’uomo non fu poi però arrestato) il cittadino straniero definito “eteroviolento”, ovvero aggressivo sia verbalmente che nei gesti.

Telecamere inutili

Oggi i colleghi del poliziotto hanno confermato la regolarità dell’intervento. Anche dai video delle telecamere di sicurezza le immagini dell’intervento sono inutili a causa della presenza di un curioso che fermandosi per assistere all’intervento ha di fatto “impallato” l’inquadratura. La presenza di quell’uomo ubriaco e armato in via Morosini (già teatro di aggressioni in particolare tra giovanissimi) aveva sollevato anche parecchie polemiche tra le fila della politica con le opposizioni che invocavano maggiore sicurezza. Per il difensore del poliziotto, l’avvocato Monica Alberti l’agente «ha agito nell’unico modo possibile». A settembre la sentenza.

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