Il Capodanno ai tempi del Covid: a Varese frenano i viaggi e si svuotano i ristoranti

Capodanno Varese

VARESE – L’aumento dei contagi e le nuove disposizioni contro il Covid frenano l’entusiasmo dei varesini in vista delle celebrazioni del Capodanno. I ristoranti di Varese e dintorni stanno registrando poche prenotazioni e parecchie disdette, anche a causa del divieto ai balli. Non va meglio per il settore dei viaggi: in pochi sono partiti per le feste e alla paura si aggiungono le rigide regole per le partenze, che costituiscono un ulteriore ostacolo.

Boom di disdette nei ristoranti

Per quanto riguarda la ristorazione la situazione di Varese è in linea con quella nazionale, come osserva il presidente provinciale di Fipe Giordano Ferrarese. «I dati delle prenotazioni erano già bassi rispetto al 2019, perché la gente ha paura ad entrare in un locale chiuso. Con il green pass rafforzato si sono abbassati ulteriormente». Alle poche prenotazioni si aggiunge il problema delle tante disdette che i locali stanno registrando nelle ultime ore. «Diversi clienti dopo il Natale hanno avuto un tampone positivo e sono in quarantena in via precauzionale. Capita così che compagnie di tante persone vengano dimezzate e rinuncino alla prenotazione». Per le attività questo si traduce in intere tavolate perse. Si aggiunge poi il divieto ai balli, che non permette ai locali di organizzare i classici veglioni con cena più intrattenimento, spingendo molti clienti a restare a casa.

Anche il Natale sottotono

Da parte di Fipe il giudizio sugli ultimi provvedimenti varati dal Governo è negativo. «Se c’era da dare un colpo di grazia questo è stato il mezzo più idoneo – sottolinea Ferrarese – abbiamo sempre appoggiato il green pass come strumento per restare aperti e non chiudere ma in questo modo è difficile lavorare. Il nostro settore si ritrova quasi ad un punto peggiore dell’anno scorso, quando eravamo sotto lockdown. Ora siamo aperti ma si fatica a lavorare». Il problema non è solo il Capodanno, ma tutto il periodo natalizio: sotto le feste sono mancate le consuete cene aziendali e anche il Natale è stato molto magro. «Va ancora peggio per i catering e le discoteche – aggiunge Ferrarese – speriamo che col prossimo anno ci siano gli strumenti per ripartire».

Crollano anche i viaggi

A soffrire è anche il settore dei viaggi, che nella stagione invernale hanno subito un forte crollo. «Fino alla prima metà di ottobre il turismo stava crescendo, poi con la risalita dei contagi si è ribloccato tutto», osserva Stefania Morandi dell’omonima agenzia varesina. Da allora le prenotazioni si sono paralizzate, e per le feste sono partiti in pochi. «Qualcuno è andato via, e anche all’estero con mete come Dubai, Maldive e Mauritius, ma si tratta di una minoranza dei nostri clienti, solo il 2% circa». Al calo delle prenotazioni si è affiancato un boom di annullamenti a causa della paura di partire. «C’è stata una comunicazione errata a livello mediatico e la gente è terrorizzata – continua Morandi – ma chi vuole partire lo può fare, grazie alle assicurazioni presenti in tutti i viaggi che rimborsano qualsiasi problema legato alla situazione Covid».

Poche partenze per Capodanno

Anche in questo caso a incidere negativamente è stata l’introduzione di disposizioni precauzionali che hanno scoraggiato molti potenziali clienti. Per una vacanza di 12 giorni in alcuni stati extraeuropei ad esempio è necessario sottoporsi (prima, durante e alla fine del viaggio) a 5 tamponi: circostanza che spinge molti a rinunciare. Anche le gite sempre molto gettonate ai Mercatini di Natale sono state frenate dalle norme in vigore, che prevedono l’effettuazione del tampone anche solo per un giorno trascorso all’estero. Per Capodanno qualcosa si è mosso, ma anche in questo caso non sono mancate le disdette. «Abbiamo un viaggio in programma a Venezia – spiega Stefania Morandi – qualcuno ha annullato, mentre partirà chi aveva prenotato tempo fa». La situazione per il settore continua dunque a essere molto difficile. «Il turismo è in ginocchio: oltre a pochi viaggi importanti stiamo lavorando solo con weekend e gite in giornata».