Vigevano-Malpensa, Città metropolitana e Parco di traverso: «Progetto stravolto»

MILANO – «Palesi contraddizioni» nel progetto esecutivo della nuova strada Vigevano-Malpensa: le hanno segnalate ieri, mercoledì 27 marzo, ai ministeri preposti alla tutela del territorio, dell’ambiente e del paesaggio, nonché al ministero delle infrastrutture, la Città metropolitana di Milano e il Parco Agricolo Sud Milano, chiedendo di «rigettare la richiesta di approvazione prospettata dal commissario straordinario. La Città metropolitana di Milano – si legge in una nota congiunta odierna del vicesindaco metropolitano Francesco Vassallo, del presidente del Parco Daniele Del Ben e della consigliera delegata alle infrastrutture stradali Daniela Caputo – ha potuto appurare, carte alla mano, che Anas, lo scorso dicembre, ha bandito una gara di appalto mettendo alla base della procedura di selezione del contraente un progetto esecutivo contenente evidenti e macroscopiche modificazioni rispetto al progetto definitivo approvato l’anno scorso dal commissario straordinario.

«Quest’ultimo, che avrebbe in mano tutte le autorizzazioni per procedere, ha quindi chiesto ai ministeri competenti un placet alle modifiche proposte. Il perché è chiaro: non si tratta di semplici dettagli, ma di cambiamenti di dimensioni ciclopiche, materiali ed essenziali, in ambiti tutelati sia paesaggisticamente (Parco Agricolo Sud Milano e Parco Lombardo del Ticino) sia dal punto di vista monumentale (Naviglio grande)».

«Cambiamenti inaccettabili»

«I cambiamenti tra i due progetti sarebbero «di portata tale da non poter essere approvati dal commissario straordinario, malgrado gli enormi poteri che gli sono stati assegnati: egli li può sanare solamente con l’assenso dei ministeri preposti alla tutela del paesaggio e dell’ambiente. Ad esempio, con il progetto definitivo Anas prevedeva di scavalcare il Naviglio Grande e la ferrovia per Mortara con un grande viadotto in acciaio e calcestruzzo, lungo 600 metri, con piloni distanti 60 metri l’uno dall’altro, mentre il progetto esecutivo è completamente diverso: si rinuncia al viadotto e si propone la realizzazione di tre edifici in calcestruzzo armato, denominati “gallerie artificiali” anche se non si tratta di edifici sotterranei, ma di strutture alte 13 metri sopra la campagna e lunghe diverse decine di metri, con un impatto sul paesaggio devastante. Ancora, persino gli svincoli a livelli sfalsati previsti nel progetto definitivo sono stati cancellati nel progetto esecutivo e sostituiti con semplici incroci segnalati dal segnale di stop, certamente non adatti ai livelli di sicurezza che deve avere una strada del XXI secolo».

Lettera al governo perché riesamini tutto

A detta di Vassallo, Del Ben e Caputo «tutto questo rafforza la convinzione che l’intero progetto sia insensato, inefficace e persino deleterio. Dopo 20 anni di discussioni e polemiche attorno a un progetto nato male e persino peggiorato nelle varie fasi progettuali, occorre prendere atto che non c’è sanatoria possibile: si tratta di un progetto da accantonare una volta per tutte, e non solo perché aggressivo verso l’ambiente, ma anche per manifesta inutilità.

«La Città metropolitana è fiduciosa che a seguito della segnalazione di ieri i ministeri rigetteranno il progetto esecutivo loro presentato e ne disporranno il completo riesame, perché la semplice verifica di attuazione che sono chiamati a compiere non può trasformarsi in una sanatoria delle colossali discrepanze tra il progetto definitivo e quello esecutivo. Sottolineiamo infine che questa richiesta non va contro le esigenze di una migliore mobilità del territorio, anzi la Città metropolitana di Milano ribadisce la propria disponibilità, come in passato, ad esaminare ogni soluzione alternativa finalizzata a migliorare la viabilità dell’area, dal potenziamento del trasporto ferroviario, alla riqualificazione della viabilità esistente nel rispetto e nella tutela del tessuto agricolo e degli elementi naturali e del paesaggio».

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