Stupro in discoteca, Gallarate sotto shock. Caruso: “Fallimento delle famiglie. Prevenzione”

GALLARATE – Presunto stupro in discoteca: Gallarate sotto shock. La città incredula davanti a quanto denunciato dalla Questura di Varese: un giovane di 23 anni denunciato per violenza sessuale in danno di una giovanissima di 19 anni consumatosi nei bagni del Glow Club di viale Milano una settimana fa. Il polso della città riassunto dall’assessore alla Sicurezza Francesca Caruso: “In questo momento il primo pensiero è per la vittima alla quale esprimo assoluta vicinanza. A lei e alla sua famiglia – dice Caruso – Plaudo al coraggio di una ragazza di 19 anni che, nonostante la giovane età e la fragilità del momento, ha avuto il coraggio di denunciare immediatamente. Che sia un esempio per tutte le donne. E plaudo alla sua famiglia che evidentemente l’ha sostenuta in maniera solida”.

Vicini alla vittima

I complimenti vanno anche alla polizia di Stato di Gallarate. Dare una risposta così immediata a una denuncia tanto grave consolida la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Sul caso specifico l’assessore gallaratese, che parla sì come rappresentante delle istituzioni ma anche come avvocato (tra l’altro specializzato in casi di violenza di genere con iscrizione all’albo regionale), donna e madre, non scende nel dettaglio. “E’ un compito questo che spetta alla giustizia – spiega – Il fenomeno degli abusi nei confronti di donne a opera spesso di ragazzi giovanissimi è però un fenomeno crescente purtroppo presente in tutte le città. Penso a quanto accaduto a Milano a Capodanno, penso che ogni giorno aprendo i giornali leggiamo di fatti gravissimi che coinvolgono spesso anche minorenni. E’ una barbarie“.

Il fallimento delle famiglie

Caruso prosegue: “E’ il fallimento delle famiglie. Lo dico nel mio ruolo di madre di una ragazza e di un ragazzo. Evidentemente a questi giovani uomini manca l’educazione al rispetto nei confronti delle donne. Ed è qui che le istituzioni possono e devono intervenire. Dove manca la famiglia sta a noi intervenire per insegnare, imporre se necessario, una cultura differente e evidentemente mancante a questi “maschi”. In questo senso nel mio primo mandato ho fatto quanto più possibile”. Il sodalizio con Ev.A Onlus, il centro antiviolenza di riferimento per il territorio “ci ha portato ad entrare nelle scuole. A parlare ai ragazzi anche insieme alle forze dell’ordine”.

Educare i giovani

Bisogna iniziare dai più piccoli: l’educazione deve cominciare da lì. Più complesso è intervenire su un adulto con comportamenti consolidati da una cultura sbagliata”. Contemporaneamente “cerchiamo di raggiungere le vittime – spiega Caruso – E’ la ragione per cui abbiamo aperto uno sportello per la violenza di genere nel comando di polizia locale. Uno sportello che, purtroppo, funziona. Dico purtroppo perché riceviamo numerosissime segnalazioni. Non riusciamo ad arrivare a tutti, per questo chiedo ai cittadini di segnalarci delle situazioni di criticità che altrimenti resterebbero sommerse”.

Un tavolo con Ev.A. Onlus

Quanto denunciato dalla giovane 19enne “ci spinge a fare ancora di più. A potenziare gli interventi sul fronte della prevenzione attraverso l’educazione. I dati ci dicono che la violenza non ha genere, età o stato sociale. Spesso immaginiamo contesti di degrado. Non è così. Lo dicono i dati: gli abusi molto spesso si nascondono sotto un’apparente normalità. Per questo contatterò immediatamente Ev.A Onlus in modo da attivare un tavolo attraverso il quale pianificare una serie di interventi a breve termine sul fronte della prevenzione”.

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