Linate Bridge, i Comitati anti-Malpensa alzano la voce. Sea rassicura

 Linate bridge comitati malpensa

MALPENSA – Non si aspettavano un’accoglienza amichevole i vertici Sea e le previsioni della vigilia sono state ampiamente confermate. I Comitati anti-Malpensa hanno riempito la sala consigliare di Lonate Pozzolo oggi, 24 giugno, per mostrare tutto il loro disappunto. Il trasferimento in brughiera per tre mesi (dal 27 luglio al 27 ottobre) dei voli di Linate fa discutere e, in due ore di confronto, gli ambientalisti non hanno trovato le risposte che cercavano.

Ci usate come cavie

Jimmy Pasin, voce critica di Somma Lombardo, ha aperto gli interventi del pubblico (150 le persone in sala), sottolineando come il Bridge di Linate sia una sperimentazione «sulla pelle dei cittadini» per vedere fino a che punto si può espandere Malpensa («Ci usate come cavie»). Ha evidenziato inoltre l’evidente scollamento tra i comitati e i nove sindaci del Cuv, secondo lui troppo accondiscendenti con le logiche aeroportuali («Non siete la controparte dei comitati, vedete di non diventarlo»). Dello stesso avviso il sindacalista Salvatore Ferla: «I sindaci dovrebbero chiedersi qual è la cosa migliore per i loro cittadini, non per una società per azioni». Sea non prevede compensazioni per il territorio come contropartita al disagio per i tre mesi del Bridge e questo è stato un altro punto sottolineato durante gli interventi, così come il rischio che l’accumulo dei ritardi possa generare decolli costanti – e dunque rumore – ben oltre la mezzanotte. Elena Strohmenger (Covest) – la voce dei piemontesi – ha ricordato infine che il decreto D’Alema fissa a 21 milioni di passeggeri o 944 movimenti giornalieri il limite di Malpensa e per questo motivo reputa «illegittima» l’operazione Bridge.

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Un’estate bollente

Non è così naturalmente per Sea che, attraverso gli interventi dei dirigenti presenti per il confronto in assemblea pubblica, ha risposto punto per punto alle critiche. In particolare Alessandro Fidato, numero due della società di gestione degli scali milanesi, ha ribadito la piena legittimità del Bridge, ha ricordato che i movimenti non supereranno i numeri del pre-dehubbing («E con aerei di nuova generazione, meno rumorosi rispetto a quelli di dieci anni fa») e ha promesso che per i prossimi otto-dieci anni almeno i decolli e gli atterraggi di Malpensa non avranno più i volumi della prossima estate, bollente a causa dell’anomalo aumento di passeggeri stimato in almeno il 30% a causa del Bridge.

Più trasparenza

Per Fidato, da pochi mesi in Sea e dunque al suo primo incontro-confronto con le popolazioni di sedime, è stato anche il momento delle promesse. «Non siamo ciechi alle esigenze dei territori», ha detto. «Il nostro obiettivo è ridurre l’impronta acustica e spalmare il disagio in modo omogeneo». E ancora: «Saremo molto più trasparenti rispetto al passato, attraverso un nuovo sito dedicato all’ambiente in cui pubblicheremo i dati dei monitoraggi. Siamo consapevoli del disturbo: gestiremo il rapporto col territorio in maniera diversa, sarà un rapporto più stretto di collaborazione con maggiore attenzione alle richieste che verranno dal territorio». Parole accolte però con evidente distacco dai comitati che, mormorando in sala, hanno detto di aver già sentito da tutti i presidenti che si sono succeduti in Sea negli ultimi trent’anni. Per questo motivo avevano preparato dei cartelli, con la scritta “Basta chiacchiere”, che più volte hanno sventolato durante la serata.

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