Scorte d’acqua a Golasecca. Alfa ripristina il vecchio bacino di via Monte Tabor

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GOLASECCA – «Fin dai primi giorni di luglio, si è deciso di rimettere in uso il vecchio bacino di via Monte Tabor, per utilizzarlo come scorta d’acqua in caso di altri blackout alle pompe». Sono le parole del sindaco di Golasecca, Claudio Ventimiglia, che in una comunicazione firmata insieme all’assessore Alessandro Grazioli (Lavori Pubblici) ha voluto informare i cittadini sugli interventi per «avere delle riserve, grazie a un sistema automatico che per qualche ora non lasci i rubinetti a secco». Un’operazione necessaria, dopo i numerosi problemi causati dalla mancanza di acqua nelle case dei cittadini. Fatto non raro a Golasecca. La ristrutturazione degli impianti del serbatoio – previsto da Alfa – prevede una spesa di circa 15mila euro.

La rete si prosciuga in pochi minuti

«Nel 2017 la rete dell’acquedotto è stata scollegata dal bacino di Monte Tabor», si legge nella nota. «Questo ha garantito una migliore pressione a tutti i rubinetti del paese. Anche a quelli notoriamente senza acqua nel periodo estivo». Ma in caso di problemi, la rete si prosciuga in pochi minuti. Anche se «non si tratta di un problema della falda». E prosegue: «Per fortuna le cause di questi blackout sono sempre state provocate da fulmini o da sbalzi di tensione sulla linea di alimentazione elettrica dei pozzi. Intoppi che mandano fuori uso le pompe e i relativi software, situati a pochi metri dalla spiaggia Melissa». Dal momento della segnalazione all’intervento del tecnico di Alfa, spesso passa molto tempo. Quindi il sindaco, col supporto dell’amministrazione comunale, «ha manifestato al gestore lamentele e preoccupazioni per questa situazione», incitando Alfa a intervenire per evitare ulteriori complicazioni. E senza che il nuovo sistema «screditi i lavori fatti in precedenza, necessari per applicare una soluzione più idonea». I ringraziamenti del primo cittadino sono rivolti al presidente di Alfa, Paolo Mazzucchelli, e ai suoi tecnici, in particolare l’ingegnere Fabio Bandera e il responsabile degli impianti Marco Stefanazzi.

Altri interventi

Nel frattempo resta in attesa di autorizzazione da parte del Parco del Ticino il progetto di ammodernamento della stazione di pompaggio sull’Alzaia, per una spesa complessiva che supera i 20mila euro. Non solo: «Alfa informa che dal 2017 a oggi, sono stati spesi circa 100mila euro per la dearsenificazione, attraverso manutenzioni che hanno molto limitato il fenomeno “dell’acqua rossa”». Nel 2006 i lavori sulla rete idrica passarono ad Amsc, «operazione che – sottolineano dal municipio – è costata al Comune, in circa dieci anni, oltre 1 milione e 800mila euro, di cui 526mila versati da questa amministrazione, per le spese dell’acquedotto e per la depurazione». Concludono così: «A queste spese vanno aggiunte le bollette pagate da noi, senza che la gestione di quel tempo abbia prodotto miglioramenti, né agli impianti né alle reti».

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