RESCALDINA – Sono stati tutti arrestati, a 7 mesi dall’accaduto, i responsabili dell’accoltellamento di un giovane di origine africana fuori da un locale notturno di Rescaldina (nella foto in alto, l’aggressione ripresa da una telecamera). Lo scorso 13 febbraio, una domenica, alle 3.00 del mattino un giovane ghanese di 26 anni. A. M., residente a Cerro Maggiore rimase gravemente ferito da un’arma bianca nei pressi del Mall Club, nella zona commerciale del paese. Tre giorni dopo, i carabinieri della Compagnia di Legnano fermarono un altro giovane, A. J. R , cittadino dominicano di 26 anni residente a Santo Stefano Ticino.
Due italiani e due kosovari
Nelle prime ore di oggi, martedì 20 settembre, al termine di un’articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura di Busto Arsizio, i carabinieri della stessa Compagnia hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettanti giovani: due di nazionalità italiana, S. C. G., 24enne residente a Noviglio e S. V., 21enne di Corbetta, in carcere; e due kosovari, D. A. e S. E., entrambi di 25 anni e residenti a Magenta, agli arresti domiciliari. Per tutti l’accusa è tentato omicidio in concorso.
Come accertato nelle indagini, il ferimento del ghanese avvenne al culmine di una violenta lite iniziata poco pima all’interno del locale (qui sopra, un fermo immagine delle riprese dalle telecamere interne) per futili motivi tra A. M. e A. J. R. Quest’ultimo era stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per tentato omicidio sulla base delle testimonianze raccolte sul posto e del rinvenimento di tracce di sangue nella sua auto e sui suoi vestiti.
Il contributo dei Ris alle indagini
Ulteriori indagini hanno poi permesso di ricostruire con esattezza i fatti e di accertare che la prima lite era scaturita nel locale ed era stata sedata dagli addetti alla sicurezza. Poco dopo, però, mentre A. M. si accingeva a raggiungere la propria auto, era stato raggiunto dai 5 che, secondo la tesi investigativa, lo avevano dapprima aggredito e poi accoltellato. I 5 sono stati appunto identificati nel dominicano e negli altri arrestati oggi, uno dei quali, l’italiano S. C. G., poco dopo i fatti si era recato all’ospedale di Magenta per farsi medicare una profonda ferita a un dito della mano destra.
Le attività tecniche di intercettazione e le analisi del Ris di Parma sulle tracce rinvenute hanno infine consentito di acquisire ulteriori elementi utili alla ricostruzione dei fatti.
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