«Attolini risponde al suo partito o ad Agesp?». Pd di Busto contro la nomina targata FdI

BUSTO ARSIZIO – Per il PD quella di Francesco Attolini alla guida di Agesp Energia è «la solita nomina politica fatta con il “bilancino” dei rapporti di forza in maggioranza» ed è «inopportuna». Ad affermarlo è il segretario cittadino dei Dem, e consigliere comunale, Paolo Pedotti, che guarda con una certa preoccupazione alle prime dichiarazioni del neo-numero uno della società di commercializzazione del gas del Gruppo Agesp: «Dà l’idea che risponda al suo partito prima che agli interessi dell’amministrazione e del suo socio di riferimento Agesp Spa».

«Conta di più il partito?»

«Prendiamo atto che ancora una volta si procede palesemente ad una nomina politica, come sempre riferibile ad un partito di maggioranza, più che di merito – sottolinea Paolo Pedotti – giudicheremo alla prova dei fatti le capacità e le competenze del neo-amministratore unico, ma le sue prime dichiarazioni sono tutte improntate al risultato ottenuto da Fratelli d’Italia più che a fare gli interessi della società e della città, mentre non sappiamo nulla di come si approccerà all’operazione di cessione del 70% delle quote societarie, su cui noi qualche dubbio lo abbiamo sollevato, visto che si va a perdere il controllo della società solo per gli effetti delle perdite dovute alla crisi energetica. Nelle parole di Attolini non vediamo né una conferma né segnali di discontinuità, ed è un elemento che risulta carente per quanto riguarda l’aspetto del management della società».

Nomina “debole”

Ecco perché il segretario del Pd di Busto giudica «inopportuno» da parte di Attolini «mantenere gli incarichi politici in essere, perché sembra che risponda al suo partito più che all’amministrazione comunale e al socio unico Agesp». Infatti, per Pedotti, sarebbe «più opportuno che l’amministratore di una società commerciale che dovrebbe massimizzare i suoi profitti, rispondesse al suo socio di riferimento invece che alla segreteria provinciale di Fratelli d’Italia. È un evidente elemento di debolezza sul quale ci auguriamo che si faccia chiarezza al più presto».

La richiesta di audizione

A maggior ragione se si considera che il cambio della guardia alla guida di Agesp Energia arriva in un momento “caldo”, con la vendita del 70% delle quote, stabilita in consiglio comunale, da finalizzare. «In una fase di transizione così delicata per la società non pretendiamo che arrivi una “superstar” del settore – afferma il Dem Pedotti – ma è chiaro che il neo amministratore non è una figura scelta per quel tipo di operazione, bensì con i soliti criteri del “bilancino” dei rapporti di forza tra i partiti, che non fa i conti con la realtà che sta affrontando Agesp Energia. Se andrà a confluire in un gruppo più grande che ruolo avrà il nuovo amministratore?». Insomma, per il Pd quella di Attolini è una «nomina che dà indicazioni contrastanti»: ed è questo il motivo per cui il Pd si appresta a «richiedere, in un tempo congruo rispetto all’insediamento, un’audizione in commissione sulle linee d’indirizzo della società alla luce della nuova governance».

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